Mandami tanta vita – Paolo Di Paolo

Narrazione parallela di due vite agli antipodi, quelle di Moraldo e Piero.

Il primo non ha idee, non capisce la politica, ha amici fascisti che si vantano di imprese violente, lascia passare i giorni chiedendosi cosa fare: studiare per gli ultimi esami necessari a laurearsi o lanciarsi nell’editoria facendo qualcosa di non ben definito? Perché al massimo sa fare qualche caricatura, cioè prende spunto dalla realtà, sotto forma di visi maschili sopratutto, e ne evidenzia i difetti, ma non crea niente di originale. La sua ignavia si riflette anche nelle relazioni sentimentali, piene di dubbi, esitazioni, gesti incompiuti, mancanza di iniziativa. Moraldo cerca un ideale da seguire e lo trova in una figura carismatica che sfiora: Piero Gobetti.

In effetti Piero è l’opposto di Moraldo: ha idee politiche ben chiare (è antifascista) e per questo motivo la sua attività editoriale viene censurata dal regime. Decide così di spostarsi in Francia per ricominciare, in affannosa rincorsa verso idee e parole che non bastano mai ad esprimere il tormento interiore verso la mediocrità altrui e gli errori del fascismo. Piero è uno contro, e di questo vive.

Moraldo insegue Piero, ma alla sua maniera: ritornando sulle parole per dare la migliore impressione di sé ma senza Mandami-tanta-vita-di-Paolo-Di-Paolo-Feltrinelli-258x394effettivamente aver idea di cosa scrivere, dato che non ha nulla in comune con il destinatario. Le sue sono lettere vuote di contenuto, e sulle quali, quindi, ritorna solo in merito allo stile, cercando parole ad effetto. Come tanti di quell’epoca, Moraldo è l’italiano medio senza una direzione e in cerca di un leader a cui sottomettere la propria volontà e le proprie energie finora inespresse per mancanza di quid.

Mandami tanta vita, perché vita è invece per Piero ogni lettera che riceve dalla moglie Ada, rimasta in Italia con il figlio appena nato. Vita che parla di giorni e ore, di spostamenti in treno. All’inizio del secolo scorso non c’erano e-mail e chat, e quanto succedeva veniva descritto in una lettera che impiegava molto tempo ad arrivare, e allora il mittente si impegnava a metterci di sé stesso quanto più possibile, perché valesse la pena dedicarvisi da un lato e attenderla dall’altro. Lettere che parlano di piccole esistenze così come di un’epoca, di storia, politica, paure, malattie.

Bellissima rappresentazione delle contraddizioni di un’Italia ingenua e intelligente allo stesso tempo.

Qui l’incipit.

 

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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