Il vecchio che leggeva romanzi d’amore- Luis Sepúlveda

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore è la storia di Antonio José Bolívar, che vive ai margini della foresta amazzonica.

Questo romanzo, che è un capolavoro, ha due grandi temi conduttori: l’amore per la natura e l’ amore per la lettura. Lo stile è scorrevolissimo e l’autore riesce a illustrare senza strappi le vicende della vita del protagonista, in tempi e luoghi diversi, anche precedenti alla vita nella foresta, dal suo matrimonio alla morte della moglie, alle visite del dentista nella comunità della foresta (divertentissima la descrizione dell’estrazione dei denti)… sarà proprio il dentista ad introdurre Antonio nel magico mondo della lettura. Quando Antonio scopre il mondo dei libri può viaggiare in luoghi ed epoche che non ha mai conosciuto, senza spostarsi. Fantastica è la descrizione della città di Venezia.

Per quanto riguarda il rapporto con la natura, tematica ricorrente nella narrativa di Luis Sepúlveda, emergono la necessità del rispetto per la natura, per le foreste e per gli animali. La natura è selvaggia e si ribella solo se maltrattata.

In questo libro è molto commovente la vicenda del tigrillo e del rapporto fra l’animale e il protagonista.  La lealtà che si ritrova nel mondo animale raramente la si ritrova nella razza umana. Se non vogliamo rispettare la natura per amore o civiltà,  almeno potremmo farlo per convenienza, perché non si ritorca contro di noi. Questo è il messaggio.

Un libro scorrevole, che si legge in breve tempo, e che regala molta azione e molta emozione.

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Recensione di
Miriam Caputo

Sono una divoratrice di libri, che ama la scrittura. Mi piace raccontare le storie che ho letto, ma anche inventarne di nuove e creare personaggi. Mi rispecchio in questa frase:
"Io voglio essere la trapezista, che fa il triplo salto mortale con il sorriso, la leggerezza, e non fa vedere la fatica dell'allenamento, perché altrimenti rovinerebbe il tuo godimento di lettore. Io voglio essere la trapezista e nulla voglio trasmettere della fatica del mio scrivere"
(Andrea Camilleri).

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