Se un racconto narra una vicenda, un romanzo descrive un mondo senza una vera trama. La fine dei vandalismi ricade senz’altro in quest’ultimo caso: l’esile fabula potrebbe essere infatti sintetizzata con i seguenti cliché: “La storia tra Dan, sceriffo inconcludente, e Louise, che prima stava con Tiny, un tipo che invece non riesce a stare lontano dai guai”.
L’autore ci parla dell’America delle piccole cose, dove tutti si conoscono, le attività falliscono, i trattori vengono rubati, si va a caccia di frodo.
Tom Drury sceglie una narrazione antitetica all’introspezione: difficilmente i personaggi si rendono trasparenti all’impassibile voce narrante, che descrive situazioni e gesti come una successione più temporale che logica, restituendo tuttavia (o proprio per questo) toni dal tragico al comico.
Nell’America di Drury le cose, molto semplicemente, accadono, e ogni personaggio fa i conti con la vita quotidianamente, assumendo, come la voce del narratore, quel volto impassibile che, in una piccola comunità pettegola, prova a fornire una protezione dai pensieri altrui come dai propri.