Chine immaginarie #10 – The walking dead – La forza del desiderio (vol.4), Robert Kirkman, Charlie Adlard

Attenzione! Questa recensione può contenere tracce di anticipazioni e residui semi lavorati di critica…nonché qualche zombie di passaggio.

Quando si tenta di costruire qualcosa utilizzando vecchi modelli, in un mondo che non fornisce molte possibilità per giunta, la struttura che ne può venir fuori risulta essere troppo fragile.

I rapporti stessi tra sopravvissuti sono pronti a tendersi al minimo soffio di vento, retaggio probabilmente di quel essere sempre sul chi vive derivato dalla vita di strada. Tra gli zombie.

Rick continua a caricarsi tutte le responsabilità prendendo strade pericolose per la sua psiche già provata.

Difende il gruppo da vero leader ma la cosa lo porta un poco oltre le sue “competenze”.

Ma andiamo con ordine.

Passato l’ultimo momento di sconquasso, rivediamo i nostri alle prese non più con la sopravvivenza pura ma con il pallido tentativo di riportare la normalità nel loro quotidiano.

Nuovi vestiti, un orto, forse energia elettrica e libri per evadere.

Ma la normalità è un fine non più perseguibile.

Basta una disattenzione e ci scappa il morto, una leggerezza e si rischia il bis.

Fragilità è la parola d’ordine di questo volume.

Ogni personaggio é messo di fronte alle scelte passate e alle idee che gli ballano in testa.

Macera nel gruppo un humus grumoso di rabbia e (inerme) paura.

Chi non regge più è proprio Rick ormai saturo e pronto a additare le mancanze altrui.

Ve lo dico io; può permetterselo.

Rick Grimes è l’anima del gruppo e se è proprio lui ad esplodere una ragione c’é.

Dopo il chiarimento a suon di pugni con Tyreese, il nostro sceriffo di quartiere viene  destituito dal ruolo di guida unica e le decisioni vengono equamente suddivise tra i membri di una sorta di consiglio (senza donne al potere come a sottolineare l’aspetto di machismo che predomina).

L’arringa finale di Rick è una perla vera incastonata nel lavoro fin qui svolto a livello narrativo da Robert Kirkman.

Niente tornerà come prima.

Siamo cambiati.

Il mondo è cambiato, o peggio, perduto.

Infine il capovolgimento.

Noi siamo i morti viventi; volto pieno di Rick nella vignetta, tumefatto e straordinariamente disegnato da Charlie Adlard.

Noi siamo i morti viventi, in attesa…del prossimo numero.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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