Il club delle lettere segrete – Ángeles Doñate

Premetto che recensire questo romanzo mi crea qualche difficoltà. I limiti del libro sono evidenti, ma è innegabile anche la capacità della scrittrice di commuovere il lettore. A questo si aggiunge che al centro della narrazione ci sono temi a cui sono molto sensibile: scambi di lettere scritte a mano e la fondazione di un club di lettura. Opera della giornalista e scrittrice Ángeles Doñate (Barcellona), il romanzo è stato pubblicato nel 2015 (con il titolo El invierno que tomamos cartas en el asunto).

Sara è la postina di Polvenir, un piccolo paesino di montagna. L’ufficio postale rischia però di essere chiuso, perché ormai chat e e-mail hanno sostituito la posta tradizionale, e questo per Sara significherebbe un trasferimento lontano dal paese e dagli affetti di sempre. I compaesani mettono allora in moto una catena di lettere per dimostrare che l’ufficio postale è ancora utile e salvare in questo modo il posto di lavoro di Sara. In questa catena vengono coinvolte, consapevolmente o inconsapevolmente, persone molto diverse, per origini, estrazione sociale, cultura, età; che però si scopriranno più vicine di quanto avessero mai potuto credere. E a stringere ulteriormente, e in alcuni casi a far riscoprire, rapporti e legami contribuirà anche l’iniziativa di creare un club di lettura, che si occuperà in particolare di letteratura epistolare (e di cosa altro?).

La vicenda si svolge tra novembre e febbraio, durante l’inverno rigido delle montagne spagnole; e mentre si cerca di salvare il posto di lavoro di Sara, nascono o si rinsaldano amicizie e amori, qualcuno ritorna e qualcun altro se ne va. Attraverso le lettere della catena, che si alternano ai capitoli propriamente narrativi, entriamo nelle vite di giovani alla ricerca del proprio posto nel mondo, di anziani che non si tirano indietro di fronte a nuove sfide, di quarantenni disposti a rimettersi in gioco: vite semplici, assolutamente “normali”, in cui ognuno di noi può ritrovare qualcosa di sé.

Il romanzo ha le sue pecche: le storie e le psicologie dei personaggi sono piuttosto convenzionali e narrate in una forma che indulge a un certo sentimentalismo da teleromanzo: che si tratti di due vecchie amiche divise dall’amore per lo stesso ragazzo o di una giovane peruviana costretta dalla povertà ad emigrare in Europa o di una donna di mezza età insoddisfatta e sola. A questo si aggiunge (ma naturalmente non riguarda il valore dell’opera) qualche refuso di stampa di troppo, che peraltro di norma non si riscontra in un libro Feltrinelli.

D’altra parte c’è una certa apprezzabile delicatezza nel racconto della storia di Álex e Alma e le innumerevoli citazioni da libri antichi e moderni fanno sorgere il desiderio di approfondire la conoscenza dei rispettivi autori. E certamente, nel suo piccolo, questo romanzo contribuisce a ricordarci quanto più intima ed emozionante sia una lettera scritta a mano rispetto ad un messaggio elettronico e quanto ancora preferibile sia, se tempi e circostanze lo consentono, ritrovarsi insieme e parlare guardandosi in viso. Se poi questo incontro avviene all’interno di un club di lettura, è utile anche a ricordarci che la letteratura non è distante da noi, ma che anzi parla con noi e di noi, se siamo disposti ad ascoltarla. Possibilmente senza banalizzarla, come invece questo romanzo rischia di fare.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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