Il breve romanzo La timidezza delle rose (The missing rose, 2006; tradotto in italiano nel 2008) dello scrittore turco Serdar Özkan (August, 1975) vuole offrire una ricetta magica e misticheggiante sul senso della vita. Nonostante il successo riscosso dal libro, tale ricetta non appare però davvero credibile.
Diana è una brillante ventiquattrenne avviata ad una carriera di grande successo e vive a San Francisco. Persa la madre da qualche settimana, ha scoperto da una lettera che lei le ha lasciato di avere una sorella gemella, da cui fu separata quando aveva un anno, poiché il padre, lasciando la moglie, la portò via con sé. La madre, nel suo ultimo messaggio, chiede a Diana di ritrovare la gemella di nome Mary, insieme fragile e volitiva, sognatrice capace di parlare con le rose. Comincia così, tra dubbi e incredulità, una ricerca che porterà Diana ad acquistare coscienza della propria insoddisfazione e quindi della necessità di riprendere in mano la propria vita.
La ricerca della gemella tanto simile a lei nell’aspetto quanto completamente diversa nel carattere, permetterà a Diana di rileggere sotto tutt’altra prospettiva le persone, gli eventi, gli incontri della sua vita passata, presente e futura. In questa ottica nulla apparirà più casuale, inspiegabile o bizzarro, bensì tutto rivelerà un senso e il suo posto nel mosaico della vita.
La timidezza delle rose (come anche, ad esempio, i romanzi di Paulo Coelho a cui questo racconto è stato assomigliato) vuole dimostrare che ciascuno di noi, ascoltando la propria voce interiore, può scoprire la propria identità più profonda, ritrovare un rapporto immediato e sincero con la natura e con gli altri uomini e individuare il ruolo che gli è stato destinato nel mondo. Si tratta di una “morale” tanto ovvia da risultare banale, tanto più perché presentata in maniera assolutamente superficiale. A questo va anche aggiunto che La timidezza delle rose presenta una trama e dei personaggi troppo schematici, più funzionali alla “tesi” del libro che creazioni vive e vitali come sono invece, per esempio, le migliori invenzioni di Coelho.