Kafka sulla spiaggia – Murakami Haruki

Murakami Haruki è uno scrittore, saggista e traduttore giapponese contemporaneo (Kyoto, 1949) che sta riscuotendo discreto successo anche in Occidente. Kafka sulla spiaggia (海辺のカフカ) è un suo romanzo del 2002.

Nel libro si intrecciano due filoni narrativi principali. Il primo ha per protagonista Tamura Kafka (ma Kafka non è il vero nome), un ragazzo di 15 anni introverso e amante dei libri e del silenzio; il secondo invece ruota attorno alle vicende di Nakata Satoru, un vecchio svampito reduce da un incidente al tempo della seconda guerra mondiale. I due non si conoscono, pur vivendo non distanti l’uno dall’altro, eppure qualcosa li legherà indissolubilmente tra eventi misteriosi, magici e terrificanti, in un continuo oscillare tra passato e presente.

Il romanzo si estende per circa 500 pagine e finisce con l’incuriosire il lettore, che si domanda quale potrà mai essere la maledizione che grava sul giovane Kafka o quale sia la meta dei viaggi di Nakata. A situazioni realistiche si intrecciano eventi arcani e prodigiosi che spesso restano inspiegati anche per chi legge e alcuni di essi conferiscono indubbiamente una certa suggestione alla narrazione (altri appaiono francamente eccessivi e di dubbio gusto). Non si tratta di un capolavoro, ma la storia si lascia leggere piacevolmente per un’ampia parte: conosciamo così le insicurezze e i turbamenti adolescenziali di Kafka, che come tutti i giovani va scoprendo la propria identità e rivendica la libertà di essere artefice del proprio futuro; e contemporaneamente seguiamo le avventure surreali del vecchio, tenero Nakata, a cui tocca un compito difficile ma vitale che lui stesso in realtà non può comprendere fino in fondo.

Infine, però, si resta sconcertati e infastiditi. Indubbiamente l’immaginario orientale è diverso dal nostro, e questo potrebbe spiegare il disorientamento del lettore che appartiene ad un’altra cultura (sebbene, va detto anche questo, l’autore abbia attinto a piene mani all’arte e alla letteratura occidentali, a cominciare dal nome del protagonista giovane, per continuare con i tanti rimandi, da Sofocle a Tolstoj passando per Beethoven e Haydn e mille altri). Disturba però irrimediabilmente il ripetuto riferimento a rapporti sessuali incestuosi, descritti con una ricchezza di particolari che suona morbosa. L’incesto (per lo più alluso, ma sempre in maniera inequivocabile) è un tema che si riscontra anche in altri autori giapponesi e pure in tanti manga e anime, in genere non accompagnato da riprovazione morale; perciò si è portati a pensare che l’approccio giapponese a questi argomenti sia diverso dal nostro. Ma Edipo ci ha insegnato l’orrore dell’incesto, ed è un tabù che si vorrebbe universale.

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D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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