Galileo. Le opere e i giorni di una mente inquieta. – Enrico Bellone

Di Enrico Bellone vi avevo già parlato in un’altra recensione, tuttavia visto che meno della metà dei miei 23 lettori, 25 sarebbe veramente troppo immodesto, andranno a gettare uno sguardo al vecchio vi ricordo qualcosa. Che vuol dire che se siete nella metà dei 23 potete saltare il prossimo paragrafo.

Enrico Bellone, 1938-2011, è stato un fisico e ordinario della storia della scienza presso le università di Genova, Lecce, Milano e Padova, dove occupò la Cattedra Galileiana. Nel 1995 diventa direttore de Le Scienze, edizione italiana di Scientific America. Ricoprendo questo ruolo avvia nel febbraio 1998 la pubblicazione della collana i Grandi della Scienza, di cui questo fu il primo volume. Da Febbraio di quest’anno Le Scienze ha ripreso la pubblicazione di quei volumi, ricominciando proprio dal Galileo di Bellone.

A questo punto sorge, più o meno, spontanea la domanda, ma perché questa fissazione con Galileo? Sono davvero così importanti e fondamentali le sue scoperte? Ho la speranza che molti rispondano che sì le sue scoperte sono veramente importanti e che riescano a citare l’invenzione del metodo scientifico e la famosa affermazione:

La mathematica è l’alfabeto in cui Dio à scritto l’Universo.

Seguito immediatamente, o quasi, dalla storia di Galileo, Bellarmino e l’inquisizione. Tutto giusto, ma, in effetti, erano già esistiti gli empiristi e le istanze dimostrative riconosciute in Aristotele, mentre, per quanto riguarda la seconda affermazione, Platone aveva già ampiamente investigato l’idea. Dunque cosa c’è di veramente importante e innovativo nel paradigma galileiano?

“Queste due immagini sono, a mio avviso, troppo unilaterali. Vero è che prima di Galileo la conoscenza scientifica era spesso ancorata all’esperienza e alla misura, ma è anche vero che Galileo seppe trovare rapporti originali tra osservazione e teoria. […] Si tratta, allora, di rileggere l’opera galileiana senza eccedere nel privilegiarne la componente sperimentale a scapito di quella teorica, e senza dimenticare che la struttura della teoria di Galileo era meno potente di quanto spesso si immagina.”

È dunque una questione di sintesi e raffinamento quella che Galileo ha affrontato. L’opera di una mente inquieta e straordinariamente attiva che merita di essere riletta nel dettaglio e attraversata in tutte le sue fasi per scoprirne l’eredità e le ricadute sulla nostra vita quotidiana. Il saggio di Bellone, nell’affrontare quest’opera di rilettura e sistemazione, riesce anche a trasmettere il sentimento di amore per la ricerca e la passione per la scienza come chiave per entrare a vedere la verità e la bellezza del cosmo. Una grande opera passionale e che distrugge l’aridità con cui ahimè molto spesso viene recepita e trasmessa la scienza, oggi, specialmente tra gli studenti delle scuole superiori, che probabilmente si sentirebbero in pieno accordo con il Simplicio del Dialogo nel considerare che:

I filosofi si occupano sopra gli universali principalmente; trovare le definizioni ed i più comuni sintomi, lasciando poi certe sottigliezze e certi tritumi, che son poi più tosto curiosità, a i matematici

per infrangere questa credenza di perdere tempo in sottigliezze, tritumi e la massimo inutili curiosità, e riconquistare il contenuto di verità e bellezza che è possibile raccogliere dall’indagine scientifica, rileggere l’opera di Galileo con la guida di Bellone è un itinerario sicuramente valido. Chiarezza, citazioni puntuali ed esempi sempre spiegati in modo chiaro e linguaggio cristallino.

Datevi la possibilità di superare le vostre diffidenze in quella fisica che non avete mai capito, in quel mare di numeri e figure che vi sono sempre restate oscure. Risalendo alle fonti e rivivendo il percorso di molte di quelle idee vedrete aprirsi un mondo nuovo.

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Recensione di
Cirdan
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6 commenti
  • La Fisica è stata l’unica materia che io non sia riuscita ad amare. I miei colleghi di oggi sono convinti che sia stata colpa della mia insegnante di allora, che avrebbe privilegiato la Matematica a scapito della Fisica. Non sono in grado di dire se sia davvero così, sta di fatto che la Fisica resta il mio “buco nero” dai tempi della scuola.
    Tuttavia mi sono innamorata di Galileo Galilei, della sua curiosità, del suo entusiasmo, della sua mitezza; e anche della sua scrittura difficile ma limpida e appassionata, ironica e raffinata. E il ruolo di Galileo nella storia, al di là forse delle sue stesse intenzioni e della sua stessa consapevolezza, è stato essenziale: il colpo da lui inferto al dogmatismo tradizionale ha aperto definitivamente la strada alla scienza moderna e al progresso.
    Le generazioni successive non hanno saputo raccogliere al meglio la(pesante, non c’è dubbio) eredità di Galileo; tuttavia non si poteva più restare ancorati al sapere del passato. Quel passo era necessario!

    • Purtroppo l’insegnamento della matematica e della fisica nelle scuole superiori è saldamente ancorato all’ottocento. Volente o nolente chi la insegna è costretto ad aderire a quel programma un po’ schizzofrenico e organizzato secondo una divisone “a comparti stagni” degli argomenti. Qualche insegnante, degno di lode e meritorio di statua all’ingresso della scuola, si sobbarca da solo la produzione di tutto il materiale didattico, che sui libri non si trova nemmeno a piangere, riorienta il discorso e tenta di renderlo narrativamente coerente. Tutto questo per poi, in genere, sentirsi dire alla fine che ha fatto “poche cose” … Sei in una situazione abbastanza comune e, anzi, dovresti già ritenerti fortuna per aver avuto qualcuno che ti ha fatto alzare gli occhi dal “calcolo per l’esercizo” sulla matematica.

      Libri come questo di Bellone hanno la possibilità di colmare in parte quelle lacune e di portare a vedere l’argomento con un respiro più ampio riaccendendo qualche fiammella di curiosità.

Recensione di Cirdan