Quello che le mamme non dicono è un romanzo divertentissimo, delizioso e profondo, che apre un nuovo punto di vista su uno degli argomenti di cui si parla maggiormente da sempre – ma senza mai essere sinceri fino in fondo. Il libro di Chiara si propone – e ci riesce alla perfezione – di mettere in discussione quello che è forse uno degli ultimi tabù dell’età moderna: l’amore materno totalizzante.
Lo fa raccontando la sua personale esperienza, quella di ragazza ventisettenne entusiasta e piena di progetti che si è da poco affacciata nel mondo del lavoro e della prima vera indipendenza – ma che all’improvviso scopre di essere incinta. Decisamente, la base di partenza non è quella classica dell’aspirante mamma che al terzo mese ha già sferruzzato un numero di calzette di lana bastante per tutta la Decima legione, o che ancora prima di rimanere incinta sapeva già a memoria il Libro dei Nomi, dalla A di Aberardo alla Z di Zoraide. Proprio per questo, però, il suo punto di vista – scevro da qualsivoglia retorica e condizionamento – è tanto più onesto e veritiero. Dallo scossone della sopresa iniziale si passa alla lenta accettazione della gravidanza – non senza dubbi e ripensamenti, come è umano che sia – fino alla nascita della bambina e ai primi mesi che seguono, intensi quanto difficili.
Chiara non nasconde nulla al lettore e nemmeno a se stessa: non ha paura di esprimere ad alta voce dubbi su quello che sarà il futuro – poco convinta che si tratti di quella sequela infinita di colazioni e tramonti stile famiglia del Mulino Bianco – il rammarico per quello che dovrà per forza di cose abbandonare, la sottile angoscia di fronte all’idea di faticare a riconoscersi nel ruolo stereotipato di “mamma”, i dubbi e le paure al pensiero di dover gestire una creatura così piccola senza nemmeno il libretto di istruzioni. Tutto questo viene da lei raccontato con una leggerezza deliziosa e un umorismo geniale e dissacrante che illumina anche i momenti più neri, capace di farti ridere di cuore e riflettere nello stesso istante.
Piano piano, crescendo insieme a Viola, scopre che se davvero lo si vuole è possibile conservare quelle parti di sé che riconosciamo come nostre più di tutte le altre, che è possibile essere una mamma felice e attenta anche senza dover per forza rinunciare a se stessa, immolandosi sul sacro altare della maternità e del sacrificio a tutti i costi.
Quello che Chiara impara giorno dopo giorno è che non esiste vero amore senza ambivalenza – e che quest’ultima non va affatto a minare l’autenticità o la qualità del sentimento. Non bisogna avere paura o sentirsi inadeguate per i momenti di sconforto, di rabbia, di rimpianto per la leggera inconsapevolezza della vita precedente, di nostalgia per quello che eravamo e che ci sembra di non riuscire più a essere. Tutto questo fa parte di quel processo lento e graduale che è lo scoprirsi madre – un’avventura che immagino meravigliosa proprio perchè intensa, piena di sfumature e di esperienze nuove, di sogni condivisi e scontri più o meno accesi, di dubbi e di certezze, di amore e – anche, sì – di rabbia, nervosismo, fastidio.
Quella che ne esce alla fine è una bellissima storia d’amore, proprio perchè è vera e priva di retorica: Viola non sarà stata una bambina cercata, ma è sicuramente molto amata e credo proprio che da grande sarà fiera di aver avuto una madre che è stata capace di lottare per la sua realizzazione e la sua felicità.
Ho apprezzato molto anche il fatto che – pur essendo stato tratto da un blog di grande successo – il libro non si limiti a riportare un copia-e-incolla dei post già pubblicati (come è avvenuto in altri casi…) ma sia per la maggior parte inedito e con una storia davvero strutturata.
Nella mia recensione mi sono volutamente concentrata sul lato sentimental-emozionale del romanzo, ma ci tengo a ribadire che è un libro che prima di ogni altra cosa è davvero divertente e fa ridere sul serio – e non c’è migliore esorcismo per le paure di una bella risata, sia che siate incinta e piene di dubbi, neo mamme coi capelli ricoperti di pastina tempestina o – come me – piuttosto terrorizzate all’idea della maternità!
Vale anche per gli aspiranti papà?
La maternità (o la paternità) non devono fare paura. Certo, non bisogna pretendere che la vita continui a scorrere con gli stessi ritmi di prima e bisogna essere disposti a rinunciare a qualcosa e a sentirsi più stanchi la sera. Ma annullarsi è una sciocchezza: bisogna amare se stessi prima di poter amare davvero chiunque altro (e tanto più i figli, che assorbono i nostri umori come spugne).
Per il resto… Per tutta una serie di circostanze mi trovo a crescere un figlio da sola, dovendo conciliare casa, lavoro e pochi soldini, ma posso dire che è un’avventura (tragicomica) alla quale non rinuncerei mai. E che mi piacerebbe “bissare”. :)
questo me lo compro quanto prima… da mamma di due piccole pesti non posso proprio perdermelo ;)
Volevo segnalarvi il blog dell’autrice, quello da cui praticamente è partito il libro: http://www.machedavvero.it/
:)
è una bella recensione, e il libro merita per tutti i motivi elencati, io l’ho consigliato a ragazze che stanno aspettando ma è godibilissimo anche per chi non ha ancora nessuna intenzione di avere figli!
Dal Pampero ai Pampers! Che donna super! Me l’ha regalato mia madre quando ero in gravidanza, ho riso tantissimo.. e mi sono sentita un po’ meno sola.
Lo consiglio a tutte le madri che hanno della sana autoironia.. e anche a quelle che non ce l’hanno, per trovarne un po’ ;)