Dopo aver letto L’ombra del vento, che è un romanzo deludente ben lontano dal capolavoro decantato da tante parti, ho tuttavia deciso di offrire un’altra opportunità allo scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafón (Barcellona, 1964). Complice anche – devo ammetterlo – l’offerta a pochi euro nel cestone di un megastore, ho scelto Il Palazzo della Mezzanotte (El Palacio della Medianoche, 1994). Considerato a lungo opera di narrativa per ragazzi, il libro ha l’ambizione, come ha dichiarato lo stesso autore, di rivolgersi anche ad un pubblico maturo.
In una Calcutta umida e opprimente sotto la colonizzazione inglese, due gemelli appena venuti al mondo vengono divisi dalla nonna che teme per le loro vite. Sedici anni dopo, siamo nel 1932, sei orfani sedicenni si apprestano al loro ingresso nell’età adulta: questo significherà non solo lasciare l’istituto nel quale sono stati accuditi e educati, ma anche sciogliere il loro gruppo che è solito riunirsi nel Palazzo della Mezzanotte, un edificio diroccato ribattezzato e utilizzato dai ragazzi come luogo segreto di incontro. Uno dei giovani, Ben, è uno dei gemelli intorno ai quali ruota la trama del romanzo. Scanzonato e malinconico, sfrontato e riflessivo, nell’arco di pochi giorni il giovane avrà la vita sconvolta: E quella fine di maggio del 1932, con la sua prodigiosa nevicata a suggellare eventi portentosi e terribili, resterà indimenticabile per chi l’ha vissuta ed è sopravvissuto.
Nell’introduzione all’edizione del 2010 l’autore manifesta il proprio rammarico per il fatto che le sue opere prime, compreso Il Palazzo della Mezzanotte, sono state considerate libri per ragazzi e che solo dopo il successo di romanzi successivi come L’ombra del vento sono state rivalutate come lavori destinati anche ad un pubblico adulto.
Personalmente, invece, credo che Zafón dovrebbe abbandonare la pretesa di scrivere per lettori più maturi.
Il Palazzo della Mezzanotte, come opera rivolta ai giovani, è un libro gradevole. Le trecento e più pagine si divorano, tra misteri e intrighi in cui entra in gioco anche una componente sovrannaturale: questi elementi, insieme ad una prosa piuttosto fiorita, possono fare buona presa su lettori preadolescenti e magari anche adolescenti e trattenerli, tra orrore e suspense, per diversi giorni. Al tempo stesso il libro può trasmettere a questo pubblico buoni valori di generosità, amicizia e sacrificio e una giusta indignazione contro lo sfruttamento perpetrato ai danni dei Paesi colonizzati.
Per un pubblico adulto e minimamente smaliziato, però, il romanzo non ha nessuna attrattiva particolare:
Non c’è nulla di male, nulla di cui vergognarsi, ad essere discreti scrittori per ragazzi; bisognerebbe invece evitare di pretendere, senza averne le capacità (come dimostra L’ombra del vento), di rivolgersi ad un pubblico maturo. Sarebbe bene quindi che Il Palazzo della Mezzanotte restasse catalogato tra la letteratura di intrattenimento per giovani lettori poiché, come tale, non sfigura rispetto a tante altre opere che riempiono gli scaffali delle librerie.
Di questo tanto decantato autore ho letto solo ” il gioco dell’ angelo” ma non sono riuscita a finirlo, cosa che mi capita molto raramente, in quanto la mia etica di lettrice mi impone di finire tutto, qualche volta sospendo, lascio riposare e poi quando me la sento li riprendo ma questo non l’ ho mai ripreso, sic!
Non ti rammaricare, non credo tu abbia perso nulla! (Peraltro Pennac ti autorizza a mollare) :)
Grazie Voce Libera! E grazie Pennac! :-D
Ho questo libro da mesi, forse da un anno abbondante: ho letto le prime pagine e poi ho dimenticato completamente di esserne in possesso. Mi attrae veramente poco ma prima o poi, nonostante la licenza di Pennac, so che tornerò a leggerlo.
Allora per te vale il celebre aforisma di Plinio il Vecchio secondo il quale non esiste libro tanto brutto che non se ne possa ricavare qualcosa di buono. :)