VIAGGIO DI NOZZE A TEHERAN – Azadeh Moaveni

    L'autrice è anche la protagonista del libro, e racconta in prima persona l'Iran moderno (dal 2004 al 2007 circa). E' un intreccio tra la cronaca, l'analisi, il racconto autobiografico. Azadeh è una giornalista iraniana cresciuta negli Stati Uniti – la sua famiglia infatti era fuggita dal paese all’inizio degli anni 80, dopo la nascita della repubblica islamica. Ha vissuto in prima persona le fatiche e le contraddizioni dell’essere straniera: negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in California ha vissuto un continuo conflitto tra i valori tradizionali trasmessi dalla famiglia e lo stile di vita americano.
Per cercare un contatto con le proprie radici, coglierà l’occasione di tornare in Iran per lavoro, cercando di vivere appieno quel che il paese d'origine le offre, attraverso una vasta rete di relazioni.
La comprensione e l’integrazione di questo paese e dei suoi abitanti risultano particolarmente complessi, perché lontani sia dallo stile occidentale che dai valori nostalgici trasmessi dai suoi familiari, che rimpiangono l’epoca
degli Shah (prima dell’avvento della Repubblica Islamica) e la dipingono come un modello di modernità e libertà.
    L’au
trice e i suoi amici sono costretti a sottostare, in pubblico, alle rigide regole di comportamento e abbigliamento imposte dal regime; in privato, però, ci sono occasioni di ritrovo e feste occidentali in cui si consumano alcolici a volontà e si ascolta musica rock proibita, con il rischio però di venire scoperti e arrestati, se non si hanno i contatti giusti…
Nel libro Azadeh descrive benissimo le contraddizioni di questa società in bilico tra la modernità e l'integralismo islamico…. queste difficoltà sono vivide, concrete, perché lei stessa le incontra e le paga ogni giorno, e si rode il fegato nel cercare di vivere serenamente in un paese con cui, nonostante tutto, sente un legame profondo…
Azadeh si trova così dibattuta sulla decisione di votare o meno, si ritrova a dover giustificare il proprio lavoro con i censori del governo, ad affrontare le problematiche legate all’abbigliamento femminile.
Racconta anche della nascita della propria famiglia e il difficile dilemma sul continuare a scrivere articoli critici, mettendo in pericolo i suoi cari, o rinunciare, che porterebbe maggior sicurezza ma grandi frustrazioni…
… belle e dolorose le riflessioni finali in cui cerca di trovare serenità nella decisione di restare o partire…

“avevo trascorso quasi dieci anni vivendo in un luogo e desiderandone altri, senza sapere a quale appartenessi realmente, né quale di essi mi avrebbe reso davvero felice. Quel giorno mi resi conto che la semplice verità era che dovevo smettere di pensare dove avrei raggiunto una favolosa, perfetta felicità, e scegliere soltanto di vivere in un Paese che non mi facesse perdere la ragione. Probabilmente non sarebbe stato il luogo in cui mi sentivo più a mio agio, il più confortevole, o il più amato. Ma non aveva importanza, perché quel luogo, l'Iran, mi aveva privato del mio equilibrio."
        Ho trovato questo libro è molto interessante e coinvolgente, ed ho amato molto la capacità dell’autrice di descrivere e approfondire le contraddizioni della società iraniana. Oltre a questo , sono affascinanti anche le descrizioni dei luoghi, della cucina, delle tradizioni persiane e islamiche.
Lo consiglio, è come fare un viaggio accompagnati da una guida esperta e critica!

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2 commenti
  • L'ho letto un paio di mesi fa e mi è piaciuto molto. Questo è un paese dalle mille contraddizioni , affascinante come non mai e sono sempre più convinta che ciò che i telegiornali ci fanno vedere non è quasi mai la verità, attraverso questo libro si può cominciare a comprendere ciò che veramente è un paese islamico, o per lo meno tentare di comprendere. Libri come questi ci fanno sentire più vicini a questi popoli che vengono derubati della loro libertà. Talvolta alla tv vengono presentati come non esseri umani, mentre la maggior parte di loro sono semplici persone che vorrebbe solo vivere liberamente.

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