Jane Eyre – Charlotte Brontë

“Racconta nelle sue memorie Lady Ritchie […], l’eccitazione della Londra letteraria quel giorno del’estate del 1848 in cui l’enigmatico Currer Bell, autore di Jane Eyre – il caso letterario dell’anno- rivelatosi donna, anzi fanciulla, e piccola, timida, introversa, dai capelli chiari leggeri e diritti, aveva accettato di prendere parte al ricevimento indetto in suo onore in casa dell’autore di Vanity Fair. L’attesa e la curiosità erano spasmodiche […]. D’altro canto Thackeray aveva affermato che la fanciulla da sola e in pochi mesi aveva ottenuto i consensi di critica e di pubblico che a lui erano costati dieci anni di lavoro. Charlotte Brontë giunse.”
(Jane Eyre, La fenomenologia della g
overnante – Franco Buffoni)

E rieccomi qui a parlare delle sorelle Brontë, e più precisamente di colei che in vita ebbe maggior successo, Charlotte. La sua opera,  tipico romanzo di formazione della prima metà del secolo XIX, abbonda in realtà di elementi atipici, squisitamente moderni, straordinariamente lirici ed è redatto da un’anima capace di scorgere e rendere in profondità le più intime pieghe della psicologia umana.

Potremmo suddividere il romanzo in quattro quadri, quattro momenti della vita della protagonista superbamente intrecciati tra loro da diversi, quanto problematici, fili conduttori: lo status di orfana, i maltrattamenti, la mancanza di bellezza femminile e per contro una spiccata intelligenza e sensibilità morale, la ricerca di una affermazione nel mondo e nella società, l’amore, la perfetta e semplice rettitudine morale, il mistero e la follia, e il finale squisitamente romantico/romanzesco.
Non posso dire che Jane Eyre sia un’eroina che rispecchi la realtà in toto,così come i protagonisti  dei romanzi di formazione assumono di dover fare, similmente, ad esempio, a Julien Sorel.

Qui, invece, siamo nella dimensione del sogno, là dove vita vissuta e desiderio intimo, pulsante, si fondono fino a comporre un connubio impossibile, dal fascino intensamente poetico.
La ricerca di un senso nella vita, un senso sovrannaturale e cristiano, permea la trama insieme all’attrazione per l’esotico, per la mostruosità della follia umana, per il mistero, attrazione che s’insinua silenziosa intarsiando lo scorrere della narrazione di momenti affascinanti, ricchi di suspance.
Posso dire di aver letto Jane Eyre, o meglio più della metà del romanzo, d’un fiato, su una scogliera a picco sul mare, durante un pomeriggio d’estate e la notte a seguire: mi è stato impossibile staccare gli occhi da quelle pagine, impossibile scollarsi dalla lettura!
Un consiglio spassionato è quello di non guardare alcuna trasposizione cinematografica del romanzo, almeno prima di averlo letto. Un diamante grezzo e puro non tollera imitazioni sciatte.

Per approfondire lo studio sui romanzi e sulle poesie delle sorelle Brontë segnalo la Brontë Society, che ad oggi è la società letteraria più antica al mondo: http://www.bronte.org.uk/index.php

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Recensione di
Vivien

If you wish to travel far and fast, travel light. Take off all of your envies, jealousies, unforgiveness, selfishness and fears.

(From Victoria Hostel kitchen wall, London, 6th April 2014)

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6 commenti
  • Interessante la Brontë Society, non ne ero a conoscenza… in più fa molto piacere leggere una recensione così gradevole, senza inutili lungaggini, ma precisa, e sapere che ancora i classici si leggono d'un fiato, a conferma che esiste un'universalità della scrittura che supera i limiti di spazio e di tempo… (malgrado il momento così triste per la cultura in generale…)
    un saluto

  • Davanti ai classici della letteratura romantica e realista, mi sembra un pò come se noi fossimo "i nani sulle spalle dei giganti", oggi. Che si possa parlare di un "medioevo culturale", in senso pessimistico, dei giorni nostri?
    O sono io, insieme a qualche altro che la pensa come me, ad essere solo tremendamente snob?
    Di certo vi sono le eccezioni, ma l'editoria mondiale secondo me ha perso molto di qualità, forse rispecchiando la perdita di qualità dei contenuti dell'immaginario e dello spirito collettivo della società.
    Voi che ne pensate?

  • Non lo so cara Viv.
    Io per esempio ho grandi difficoltà a farmi piacere un classico: leggo ma non con il piacere di leggere non so come spiegarti. Forse sono mondi e modi troppo distanti da quello che è oggi.
    E poi sono fermamente convitna che anche la letteratura moderna ha le sue grandi perle!

  • Io purtroppo verso i classici ho lo stesso atteggiamento di Delly. E' più forte di me.
    Però non è di questo che voglio parlare, ma di come anche le recensioni possano essere poetiche. L'immagine di una ragazza che legge su una scogliera a picco sul mare, rapita da una storia, è una vera e propria icona! Una foto così sarebbe degna di apparire in ina galleria di foto dedicate alla lettura e ai libri (chissà se esiste).

  • Si, Capelli d'Argento, con grande disappunto dei miei amici che mi avevano invitato lì con loro e che si sono ritrovati a gironzolarmi intorno senza riuscire a smuovermi dalla lettura XD
    Interessante sarebbe stato anche un filmato, per esempio per ascoltare i dialoghi della scena:
    – Ehi, vieni a farti il bagno?
    – Shht….Non posso,  sono arrivata a leggere di quando ha sentito le urla di una donna provenire dal piano superiore, la notte!!!
    -…?…Ah, vabbé…

    Un qualcosa di onirico, o surreale, a dirla tutta XD

    Qualcuno però devo dire che si è anche incuriosito, e ha voluto che gli raccontassi un pò della trama :P

  • Anche io ho una vera predilezione per i classici. però con le sorelle Brontë ho avuto sempre qualche difficoltà. Anni fa ho letto Cime tempestose un po' controvoglia e da allora non sono più riuscita a farmi tentare dalla lettura di un loro libro. Magari questa è la volta buona che mi cimento con Jane Eyre ;)

Recensione di Vivien