Stefano Benni è uno di quegli autori che ha scritto tantissimo. Uno di quelli che vedi sempre riempire mezzi scaffali delle librerie, con tutte quelle coste colorate della Feltrinelli. È uno di quegli autori che ho sempre temuto, intimorita forse dai titoli surreali e assurdi, dalle copertine visionarie e dalle quarte di copertina che mai riescono a dare effettivamente un senso al romanzo che c’è dentro.
Poi un giorno, vagando su anobii, trovo una recensione di Elianto e una, una sola parola (“sensuale”), mi convince a provare, ad immergermi in un universo distorto, fantastico nel senso più estremo del termine, figlio di sogni e di incubi, parto di una mente complessa e colorata.
È stato un salto, un cambio di genere narrativo che mi ha dato gusto. Benni descrive senza annacquare i colori, usando le tempere dense, lasciando i tocchi della sua storia ad asciugarsi pieni di granuli. Ti scava nella mente, la riempie con sabbia colorata e poi la scuote.
Non vi parlerò della trama, non ve la riassumerò nemmeno. Ma vi consiglio di provare leggere Stefano Benni. Lo consiglio con cautela e lo consiglio a chi è capace di leggere qualsiasi cosa senza storcere il naso, di leggere fino alla fine e solo allora di esprimere un giudizio.
Lo consiglio a chi ha gli occhi e la mente aperti, a chi sa che una frase ben fatta, taglia più di una lama affilata.
Girovagando per aNobii mi sono ritrovato qui, su questo bellissimo blog. Complimenti, ritornerò da queste parti sicuramente.
Stupenda questa recensione di Elianto, è un libro meraviglioso che ho adorato alla follia. E ancor più di questo, ho adorato Saltatempo… te lo consiglio :D!
Saluti, Antonio.
Complimenti per la recensione!
Mi fa davvero venire voglia di ributtarmi a capofitto fra le pagine più irreali e ironiche della narrativa italiana. Ho adorato Elianto, per la storia intrigante, quasi un’avventura fanciullesca, per le buffe allusioni alla nostra società, per i personaggi fantastici, ma reali. Benni è un grande, su questo non ci sono dubbi!