Il cimitero di Praga – Umberto Eco

Per inaugurare degnamente il nuovo sito vi parlo di un libro che nei commenti avevo promesso più volte di
recensire. Premetto che Umberto Eco mi piace molto come scrittore, anche se i suoi romanzi vanno necessariamente letti con molta attenzione. Il cimitero di Praga non fa eccezione e le miriadi di citazioni storiche unite all’accenno a
numerosi personaggi del passato producono un certo senso di smarrimento, perlomeno nella parte iniziale. Tuttavia, se si riesce a tenere duro il libro regala una storia un po’ insolita e decisamente interessante. Il protagonista è Simone Simonini, avvocato trasformatosi presto in espertissimo falsario e poi in spia. Ciò che a mio parere colpisce della vita di Simonini è la mancanza assoluta di relazioni umane che esulino dall’opportunismo e dal calcolo del loro valore monetario, la sua estrema solitudine che si alimenta solo di odio. Odio per gli ebrei, per le donne, in fin dei conti per il genere umano. Nella sua vita tutto è falso, ricostruito e riplasmato dai documenti che produce (“non c’è che parlare di qualcosa per farlo esistere”). Simonini ha un’unica passione, il cibo, debole surrogato ad un gusto per l’esistenza che egli non ha mai avuto.

E allora, in questo suo universo solitario, il protagonista sdoppia la propria personalità, si crea uno sorta di amico (a volte nemico) immaginario impersonato dall’Abate Dalla Piccola, così che il romanzo, incentrato su un solo personaggio, si snoda in un rimbalzo tra
due voci narranti in prima persona, che affidano ad un diario i propri ricordi;
ad esse se ne aggiunge una terza, rappresentata dal narratore esterno alla vicende, che interviene in alcuni passi a riprendere in mano le fila del racconto. Rincorrere e stare al passo con queste voci non è facile per il lettore, ma è anche una sfida appassionante.

Si è parlato molto di questo libro a proposito dell’aspetto riguardante l’antisemitismo: è vero, Eco rappresenta questa corrente di pensiero da una prospettiva inusuale, facendo
parlare i personaggi che fanno di questo antisemitismo la propria bandiera.
D’altro canto, mi sembra assurdo anche solo pensare che questa sua scelta lasci un fondo di ambiguità. La tecnica è complessa ma comprensibilissima: il romanzo ricrea un mondo di finzioni e intrighi di cui appare palese che gli ebrei siano vittime, inconsapevoli canalizzatori dell’odio che l’uomo non riesce a non provare.

Unico elemento negativo del libro è a mio parere la descrizione della messa nera a cui Simonini partecipa nella parte finale del racconto: si scade un po’ nel gusto del macabro e del grottesco, facendo apparire l’episodio troppo surreale per essere vero. Questo non giova alla narrazione visto che fin dall’inizio ci si muove tra personaggi storicamente esistiti e su
uno sfondo storico molto realistico.

Ciò detto, Il cimitero di Praga è un romanzo impegnativo e denso di significati e credo che leggerlo non possa che arricchire.

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Recensione di
Redazione
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3 commenti
  • ciao, non sapevo scrivessi anche qui (non conoscevo questo sito, che ho conosciuto grazie a te)
    ho letto anche io il libro e sono d’accordo con te su tutto quello che scrivi: mi aveva attirato tantissimo ed era potenzialmente molto interessante, ma la mole di dati e riferimenti storici, lo rende poco adatto a chi non è esperto di quel periodo storico… a meno di non approfondire pagina dopo pagina tutto quello che Eco scrive :) ma per farlo ci vorrebbe veramente taaaaanto tempo libero!

  • A me francamente non e piaciuto. La storia si perde in mille dettagli.. non c e una narrazione logica..siamo lontani dal Il Nome della Rosa …ho rivenduto il biro su ebay..

  • Sulle prime ho faticato a prendere il ritmo. Il discorso rimbalzava da una voce all’altra dei due protagonisti – come una palla matta – e io mi sono ritrovato in mezzo senza punti di riferimento.
    Poi Eco, con la sua penna ben allenata, ha schiarito le tinte della narrazione e mi ha catturato nella tela.
    E’ un piacere farsi trasportare in una storia che ne contiene in se altre reali.
    Gli agganci con la storia con la S maiuscola sono il punto di forza del libro e riescono a ricamare e dare spessore al personaggio di fantasia che vi si muove con furbizia.
    Bel libro.
    Pieno di roba.
    Pieno di Eco.
    Era dai tempi de “il nome della rosa” che non mi prendeva così. Applausi

Recensione di Redazione