Il tempo imperfetto – Francesco Piccolo

Francesco Piccolo è stato per me una di quelle scoperte in grado di cambiare radicalmente il mio approccio alla scrittura.
Questo libretto – una storia basata su un idea semplicissima – è scritto con una poetica che tocca il cuore.
Non c’è un tempo, né uno spazio definito. Si viene al mondo da anziani e si cresce al contrario, tutti non solo un Benjamin Button qualunque.

Nell’estendere l’eccezionale all’umanità tutta si rischia più volte di cadere nel ridicolo; non è il caso di Francesco Piccolo.
Mai prima avevo trovato un tono così poetico in un libro.

Gli stadi della vita, in questo continum ribaltato, vengono percorsi con una dolcezza inusitata. Il linguaggio scioglie i nostri dubbi, le resistenze naturali che abbiamo nel digerire l’anomalia. L’incanto di un incastro perfetto di scelte narrative e ritmo.

Quest’ultimo fluisce regolare e a velocità sostenuta con piccoli rallentamenti per godere di breve scorci di cristallina genialità:

“Questo ci vuole, pazienza: per aspettare il respiro giusto, il tempo giusto per desiderarlo. Ci vuole pazienza per aspettare quel giorno in cui potrà essere finalmente impaziente”

 “Non si erano mai detti che lo volevano, quando, come, ma sapevano che ora era finalmente il tempo in cui poteva succedere. Ora, non prima. Dopo si, ma più tardi non lo faceva nessuno, nessuno ne aveva voglia.”

Non vado oltre nel citare; “Il tempo imperfetto” è uno di quei libri che vale la pena di fpiccolotempimpavere nella propria libreria, per sfogliarlo distrattamente di tanto in tanto o da rileggere nelle fredde giornate invernali (come nei pomeriggi afosi d’estate).
Di imperfetto ha solo parte del titolo perché del suo autore e della storia si può solo dire il contrario.

Finito di leggere, mi è rimasto nei pensieri per settimane, nei sogni per mesi per poi depositarsi nel cuore … per sempre.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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