D. S.Desideravo un libro avvincente, non impegnativo ma neppure disimpegnato, e ho pensato a Giovanni Agnoloni (1976), di cui già conoscevo La casa degli anonimi e Partita di anime. Così ho recuperato il suo primo romanzo, Sentieri di notte (2012), che ha dato inizio alla serie di cui fanno parte le altre due opere.
Diverse vicende si intrecciano nella notte in cui il colosso Macros, che detiene il monopolio del Sistema informatico ed energetico mondiale, provoca il crollo del Sistema stesso, prendendo il potere. In questa lunga notte del settembre 2025 un androide si risveglia nei pressi di Lucerna e va in cerca di un esperto informatico di nome Krueger; nel frattempo la scrittrice Kristine parte rocambolescamente da Stoccolma alla ricerca del marito Piotr che si trova a Berlino; intanto Desmond, in quel di Cracovia, si inoltra nel Bianco inquietante che sta fagocitando la città guidato dall’infravisore ideato dalla sua amata Leyla ormai morta. A poco a poco tutti questi personaggi scopriranno di essere legati da un doppio filo e di avere una missione: riscoprire la Fonte.
Agnoloni appartiene ad un movimento letterario nato nel 2004 che si definisce Connettivismo, secondo il quale esiste una trama spirituale profonda che è l’unica verità oltre le apparenze illusorie e ingannevoli di quella che si definisce realtà. Attraverso quindi il thriller e la fantascienza, questi scrittori si fanno portatori di un messaggio ideale: nel caso del nostro scrittore, ponendo al centro della riflessione l’aspetto più tipico e più inquietante della nostra epoca contemporanea, ovvero la centralità delle nuove tecnologie.
Questo primo romanzo è certamente di lettura gradevole e riesce a mantenere un ritmo narrativo serrato e una notevole suspense, nonostante le vicende si svolgano nell’arco di un’unica notte. Rispetto al secondo, però, la narrazione è più lineare, meno onirica ed evocativa, meno carica di mistero: col tempo lo scrittore è dunque maturato. A maggior ragione si attende l’opera conclusiva della serie.
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