Il grande Gatsby – F. Scott Fitzgerald

Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.

Oggi esce nelle sale il nuovo coraggioso film di Baz Luhrmann, Il grande Gatsby e ho pensato che non sarebbe stato giusto sedermi in una sala cinematografica e lasciarmi condizionare dalla visione del regista (e di Leonardo di Caprio soprattutto!) senza essermi prima fatta un’idea tutta mia.

Così aproffittando del prezzo imbattibile di copertina (0.99 centesimi a dispetto dei quasi 20 euro del libro con la copertina rigida con il poster del fim), ho letto per la prima volta quello che la critica spesso definisce il manifesto dei mitici anni Venti.

Il romanzo è breve e in soldoni ci racconta l’ascesa di questo strano personaggio, Gatsby appunto, che vive in una fantastica villa e che da party tutte le notti crogiolandosi nel lusso e nel frivolo; di Daisy, la figura femminile legata sentimentalmente a Gatsby (a voi lascio scoprire il come e il perché) e del narratore, il giovane  e conformista Nick Carraway, appena tuffatosi nel mondo del lavoro.

Il libro mi ha piacevolmente sorpresa: nella sua brevità è stato comunue in grado di lasciar passare dei messaggi imagesfondamentali, moderni, che mi hanno sicuramente fatto pensare alla solitudine in cui tutti noi siamo immersi alle volte e al modo che abbiamo per far finta del contrario.

Se da un lato la brevità della narrazione mi ha fatto cadere nel vortice della noia, dall’altro, però, mi ha lasciato un senso di superficialità e di approssimazione per quanto riguarda la storia d’amore tra Gatsby e Daisy: il tutto viene raccontato in poche righe e in maniera sommaria senza farci vivere davvero il momento cruciale, il nodo attraverso il quale altri nodi verranno creati nel destino di tutti i personaggi.

Sono curiosa di vedere se il regista ha deciso di prendere una decisione differente: un punto a favore del film sarebbe sicuramente un maggiore sviluppo della storia dei personaggi che nel libro sembrano solamente tratteggiati e mai approfonditi davvero.

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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