70 acrilico 30 lana – Viola Di Grado

"Leeds era paralizzata da un busto ortopedico di neve, non c'erano più tetti, non c'era più prato, e nevicava ancora. I campanili aguzzi, in autunno unghie nere di strega, adesso erano figure morbide e impersonali che naufragavano dentro il cielo. Quanto al sole, poveraccio, era un puntino esausto incastrato da qualche parte tra gli alberi secchi."
70 carilico 30 lana - viola di grado
Quante parole riusciamo a leggere in un secondo?
Ognuno di noi ha la propria velocità di lettura, ma molto dipende da fattori quali:
 

-quantità e complessità dei concetti espressi in ogni proposizione

– uso di vocaboli o riferimenti più o meno ricercati, che possono costringerci a riflettere ("Carneade, chi era costui?")

– viceversa, presenza di preposizioni, congiunzioni, frasi fatte et similia sulle quali non ci soffermiamo particolarmente ma che servono come collante fra le parole più significative

– scorrevolezza delle frasi: periodi che non vengono interrotti e ripresi, assenza di cambi di soggetto, punteggiatura corretta, ecc.


"… come tristi torri di Babele per arrivare al diavolo. Ora la fabbrica è una scuola elementare che a ogni campanella versa sulla strada piccoli borseggiatori."

70 acrilico 30 lana mi ha costretto a leggere più lentamente. La scrittura di Viola Di Grado è infatti validissima ma densa di immagini.

"Ma a volte nonostante tutto io i fiori me li ritrovo tra le gambe, mentre mi faccio strada tra erbacce e rovi e serpenti addormentati. Eccola lì, una macchiolina d'azzurro innocente tra le mani di vecchia delle sterpaglie, uno schizzo di bellezza in quella centrifuga di miseria e morte, solo per provocarmi, e zac, la taglio senza pietà, come la fata che nessuno invita alle feste delle fiabe".

A questo aggiungerei lo strano comportamento della protagonista, Camelia, in merito a vestiti e cassonetti.

"Quel giorno di dicembre, appena tornata da uno sfiancante shopping a Briggate, buttai la mia nuovissima giacca fucsia in un cassonetto di Christopher Road."
 

Tale comportamento è spiegato solo in seguito, cosa che mi ha lasciato spiazzato (della serie "Ma… perché fa così? Mi sono perso qualcosa? Ho letto troppo in fretta?").
(Nonostante tutto questo, ho finito il libro in una giornata al mare – io sono un lettore lento ma le pagine non sono troppe).
Probabilmente lo stile della scrittrice vuole riflettere lo spirito della protagonista. Infatti quest'ultima è tormentata da vari problemi, tra i quali la morte del padre (contemporanea alla scoperta della sua infedeltà) e quindi l'apatia della madre, ex celebre concertista, che smette di suonare e addirittura di parlare.

La conseguente nevrosi di Camelia viene riversata su ossessioni quali:

  1. capi di abbigliamento, violentati, sventrati e ricuciti insieme in modi assurdi (riflesso del tentativo di dare un senso alla sua esistenza disordinata e priva di obiettivi?)
  2. la traduzione del manuale di istruzioni per una ditta di lavatrici
     
  3. lo studio del cinese e conseguente ricerca della "radice" di ogni termine
     
  4. il bisogno d'affetto, d'amore, insomma di sentirsi desiderata
     
  5. i buchi (sic)
In definitiva la Di Grado rappresenta una storia al contempo divertente e tragica, dai contorni nevrotici (appunto). Mettete insieme una versione dark de "Il favoloso mondo di Amelie", miscelate con una Banana Yoshimoto al contrario (innocenza e buonismo? Li abbiamo finiti, mi spiace) e aggiungete una spruzzatina di Palahniuk, per le ossessioni o passaggi come questo:

""La pioggia aumentava e venivano i fulmini e i tuoni e insomma qualsiasi cosa ti venga in mente. Dilla e basta. Di' lampi accecanti come fari sul palcoscenico della mia vita schifosa. Di' piaga delle locuste. Di' pioggia di cianuro. Di' che mi scriverai sulla lapide "Doveva morire prima"."

Questo e altro ancora è  70 acrilico 30 lana. Benvenuta a una delle scrittrici più interessanti degli ultimi tempi.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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6 commenti
  • Questa si che é una storia! Penso proprio che lo leggerò.
    Il libri che trattano le tematiche della mente e delle sue particolarità mi solleticano sempre e quando lo stile di scrittura segue il raccontato é imperdibile. Vado

  • Appena finito di leggere… richiede un’attenta lettura … sarà anche uno stile innovativo ma l’ho trovato piuttosto nevrotico (del resto è in piena sintonia con la storia… ) … non è assolutamente il mio genere.

  • Scusami, non è mia intenzione offendere, ma quanti anni hai? Perché se sei minorenne posso capire, ma se no mi risulta davvero difficile credere che tu possa sorbirti questa fuffa e pensare che sia bella. “Leeds era paralizzata da un busto ortopedico di neve” un busto ortopedico? Ma stiamo scherzando? Visto che dici che hai letto lentamente, ma hai riflettuto su questa “metafora”? Non significa assolutamente niente, è una parola presa a caso, ridicola, vergognosa! “I campanili aguzzi, in autunno unghie nere di strega” unghie nere di strega? Ma ti sembra davvero una bella metafora? O è quanto mai forzata e ancora una volta, ridicola? Fidati che potrei continuare a demolire ogni singola frase che hai riportato ma dovrebbe essere abbastanza. Leggiti un bel classico ottocentesco e scopri che cos’è la vera letteratura, e se ti viene troppo pesante allora guardati qualche film che t’assicuro sarà sempre meglio di perdere tempo a leggere queste boiate prive di alcun senso. Spero di esserti stato d’aiuto.

Recensione di Antonio Soncina