Ho letto questo libro in due mattine dal caldo soffocante in quel del Salento, aspettando che la giornata iniziasse davvero.
Non sono molte pagine ma è pur sempre un romanzo di Benni e questo, per chi non lo sapesse, rappresenta una garanzia centennale.
Perché, in effetti, Benni può essere letto anche solo per le bizzarie linguistiche che ci regala: conosce e usa tutte le potenzialità della nostra lingua e sa piegarla in base alla sua volontà creando un universo originale di parole, frasi e citazioni.
“Ma quando dormiamo siamo tutti uguali, morfeonauti inermi nel colorato gorgo, e non conta cosa si sogna, se no saremmo tutti in galera. E non è neanche giusto dire: mi sono svegliato incazzato, ti sei svegliato e poi, in un attimo, hai fabbricato i tuoi motivi di rabbia. E se metti la sveglia per andare a fare un attentato di buon’ora, beh, fino a quando la sveglia non trilla sei innocente.”
Ed ora parliamo della storia: Margherita Dolcevita è una ragazzina di 14 anni che vive nella tipica periferia cittadina e che diventa molto presto, un personaggio delizioso in tutto il suo cinismo e brillante intelligenza. Chi non vorrebbe averla come vicina di casa?
Ci ho ripensato. Non dirò nulla della trama perché rischierei di fare un riassunto più lungo del romanzo stesso e di rovinare la genialità e la verità di un autore che continua a non deludermi mai. Ma per davvero eh.
Grazie per questa frizzante recensione. Ero proprio alla ricerca di un libro da leggere, credo che domani farò una capatina in libreria ;)
E' stato il mio secondo incontro con Benni :) Concordo totalmente su quello che dici riguardo la sua capacità di piegare la lingua e giocarci come vuole; è assolutamente fuori da ogni schema :)
Grazie per avermi fatto ricordare il piacere di una bella lettura!
Cami
Non ho mai letto niente di Benni ma da come ne parli sembra molto interessante.
Ragazzi vi consiglio Benni, uno qualsiasi. Vi piacerà se siete anche un minimo aperti alle storie originali e forse un po' nosense.
Io ho iniziato da Saltatempo.
Un gran libro. Come tutti quelli di Benni.
Il mio primo è stato Elianto, una chicca, un capolavoro.
E poi a seguire tutti gil altri.
Stefano Benni è una garanzia.
Di un sorriso, a volte un tantino amaro. Di una riflessione o qualcuna in più.
Con quel suo squinternato linguaggio nelogism-bolognese.
Un grande.
Simo.-