La rivoluzione impossibile, dai campi Hobbit alla nuova destra – Marco Tarchi

Un libro che è una raccolta di documenti riguardanti la nascita e la morte della Nuova Destra italiana. Saggi e articoli di giornale inseriti in un ampio discorso, guidato dalla mano di Marco Tarchi (http://www.unifi.it/dispo/CMpro-v-p-62.html) che riesce a dargli un senso di quasi omogeneità e coerenza, persa nell'artificiosità di molti interventi. Articolisti e movimenti che pensarono di volersi riallacciare all'esperienza del fascismo movimento (argh!), per poi tentare di separarsene, di gettarsi nella metapolitica e di fondare un "gramscismo di destra" (argh!) sfruttando le parole e i termini del "sinistrese". Un'analisi dell'universo di una destra giovanile schiacciata tra l'autoritarismo del MSI-DN e le spinte "progressiste-conservatrici" dei giovani, mediata tramite il racconto dei tre Campi Hobbit (http://it.wikipedia.org/wiki/Campi_Hobbit) e l'appropriazione, a mio parere indebita, del Signore degli Anelli e del suo mondo immaginario come punto di riferimento per un conservatorismo esistenziale. In realtà nel testo si parla molto poco, dell'opera di Tolkien rimandando alla prefazione di Elémire Zolla per la prima edizione italiana ad opera Rusconi. Da questa rivoluzione impossibile esce un grande guazzabuglio di idee, spesso poco sostenute, molto abbozzate e dai contorni imprecisi, le cui uniche note di pregio sono rappresentate dalle cornici di Tarchi.

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Recensione di
Cirdan
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4 commenti
  • Non so se la mancanza (finora) di commenti a questa recensione sia dovuta a poco interesse per il libro o piuttosto alla difficoltà di rapportarsi con la tematica che tratta… Personalmente, trovo molto difficile esprimere un pensiero ponderato e non emotivo sulla storia recente della destra e soprattutto su quelle frange tipo casa Pound, che oscillano tra volontariato sociale e neosquadrismo da stadio. In realtà confesso di provare soprattutto fastidio e di vedere in queste manifestazioni – compresa l’appropriazione indebita dell’universo di Tolkien – una deriva psicotica di soggetti che avrebbero più bisogno del lettino dell’analista che di uno spazio politico. In questo, e solo in questo, mi sentirei di assimilare gli opposti estremismi di destra e di sinistra, che molti accomunano trascurandone le diversità strutturali. Però sì, la psicopatologia dei protagonisti è senz’altro simile, e non a caso si è da tempo creata una certa confusione dei linguaggi, come rileva anche c1rdan, e icone della sinistra come quella del Che sono diventate popolari anche tra la destra giovanile. Spesso vado a leggermi quello che queste persone scrivono in un blog che è diventato di culto tra loro (http://www.vivamafarka.com) e confesso di rimanere sempre sconcertato dalla marmellata che ci trovo dentro: idealismo, berlusconismo, aspirazioni elevate, truculenza violenta, solidarismo, terzomondismo, razzismo, superomismo, spirito di corpo, antiabortismo, liberalismo, pulsioni totalitarie, militarismo, esoterismo, millenarismo… tutto mischiato in un unico ammasso. Le possibilità sono due: o sono io a non capire come queste cose possano stare insieme, probabilmente a causa del gap generazionale (credo che la maggior parte dei frequentatori del blog abbiano una ventina d’anni meno di me); oppure queste persone hanno effettivamente le idee molto confuse e non si rendono conto che non c’è assolutamente nulla ad accomunarle, se non il bisogno di pensare che qualcosa invece ci sia e che quindi si faccia parte di un gruppo e non si sia soli. Poi magari di qui a qualche anno usciranno dai loro ranghi politici di livello, come dai campi Hobbit uscì Fini (che adesso si esprime in favore dei matrimoni gay, ma qualche anno fa voleva licenziare gli insegnanti omosessuali, se vogliamo ricordarcene). Niente di nuovo: tutti i movimenti, anche i più squinternati, sono regolarmente sfruttati da gente in cerca di un trampolino di lancio. La sostanza, però, per me resta un blog informe in cui si agitano molti personaggi in cerca d’autore. E certamente anche molto disagio sociale, che non trovando altre valvole di sfogo va a ingrossare le fila di questi gruppi. Se non facessero danni, nessun problema; purtroppo, però, le cronache non sembrano confortare questa speranza.

  • Quello che dici di quel blog è molto vicino anche ad alcuni dei punti di vista del libro, che ho definito un guazzabuglio anche per questo… Di oscenità, a mio parere, la dentro ce ne sono fin troppe, tuttavia salta fuori, ogni tanto, anche qualche suggestione valutabile, tuttavia per non fare una recensione troppo "politica" ho preferito recensire il libro, in quanto tale, per l'argomento ci vorrebbe un dibattito più ampio … 

  • Hai ragione, in realtà anch’io inizialmente volevo solo commentare la tua recensione, ma poi mi sono fatto prendere la mano. E’ meglio che qui continuiamo a parlare di libri. Certi temi, se ci interessano, sono trattati appassionatamente (anche troppo) in molti altri blog. Non che io pensi che sia sbagliato, anche qui, parlare ogni tanto di politica; accalorandosi su certi argomenti, però, il rischio di innescare risse è molto alto, e sarebbe un peccato rovinare in questo modo l’atmosfera che i libri ci regalano.

  • Povero, povero Tolkien.
    Quando si parla di politica, in un modo o nell'altro lo mettono sempre in mezzo.
    E dire che lui per primo ha dichiarato milioni di volte che ti politica non ne voleva sentir parlare e che tutte le varie teorie sul suo "Lord of The Rings", le guerre mondiali, Tedeschi e Americani erano spazzatura.

    Comunque, mi associo: meglio evitar di parlare di politica in maniera troppo esplicita qui, lasciamo che siano i libri a parlarne per noi, al massimo.
    Rischiamo di rovinare l'atmosfera e dare il via a dissapori.

    ClarinetteM

Recensione di Cirdan