I pesci non chiudono gli occhi – Erri De Luca

I pesci non chiudono gli occhi è un breve romanzo di Erri De Luca (Napoli, 1950) pubblicato nel 2011. Non ha la suggestione tenera e drammatica, intensa e leggera insieme, del Giorno prima della felicità, ma è una lettura piacevole e capace di offrire qualche delicata emozione e qualche spunto di riflessione.

Un ragazzino napoletano di 10 anni vive con turbamento il passaggio dall’infanzia al tempo in cui l’età diventa a due cifre. In un’estate al mare (siamo nel 1960), lo scontro con alcuni bulletti e soprattutto l’incontro con un’intraprendente ragazzina settentrionale gli faranno acquistare nuove consapevolezze.index

Tornano in questo romanzo alcune situazioni e alcune atmosfere del Giorno prima della felicità. Di nuovo il protagonista (a cui, ormai adulto, appartiene la voce narrante) è un giovane alle prese con la difficile e appassionante avventura del crescere; di nuovo la maturazione avviene attraverso i libri, il sangue e l’amore. Mancano però gli elementi che fanno dell’altro romanzo un’opera sicuramente più ricca: lo sfondo storico, in questo caso quello dell’emigrazione in America, è solo appena accennato; manca la voce saggia e dolente di don Gaetano; non c’è spazio per il dramma della Napoli martoriata dalla camorra.

I pesci non chiudono gli occhi è dunque un libriccino grazioso e a tratti commovente, grazie al quale si può ritrovare qualcosa della Napoli postbellica ma anche delle incertezze e delle passioni dell’adolescenza di oggi e di ieri e di ogni luogo. Ma questa volta De Luca non ha espresso al meglio il suo estro e la sua fantasia, forse soffocati dall’autobiografismo ad ogni costo.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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4 commenti
  • Deve essere un bel romanzo, mi sembra molto simile per trama ed evocazioni a quei romanzi di Elio Vittorini (di cui peró ho letto solo Le donne di Messina); poi il fatto che sia breve lo rende piú appetibile, in effetti condensare intensità in poche pagine non è da tutti.

    • Non so se somigli ai romanzi di Vittorini, di cui ho letto soltanto, moltissimi anni fa, “Conversazione in Sicilia” che ho del tutto rimosso. :) Secondo me De Luca è un narratore affascinante, ma alcuni racconti sono migliori di altri perché nascono da un’ispirazione di più largo respiro (e che lui riesce comunque a condensare in un breve giro di pagine e in un linguaggio semplice: cosa che, come dici giustamente tu, non è da tutti).

Recensione di D. S.