Bar sport – Stefano Benni

Vorrei avere un bar sport vicino a casa mia, dove ascoltare storie mirabolanti e raccontare altrettante avventure assurde. Vorrei che in questo bar non scorresse alcool o caffeina ma labarsport76sola parola del narratore che con voce espressiva cogliesse tutte le sfumature enfatiche della storia che sta declamando. Vorrei che le persone, dentro il bar, non avessero età; l’importante é che tutti abbiano una storia, vogliano condividerla con gli altri avventori e non siano troppo timidi dal mettersi in mezzo alla sala.
Vorrei che tutte le storie fossero come quelle raccolte da Stefano Benni.
Assurde, con costruzioni sempre più spettacolari.
Trovate geniali per dare punti di svolta inimmaginabili.
Personaggi indimenticabili e sfide al limite dell’umano ma sempre – sempre – sempre, con un tocco di realtà.

In fondo i personaggi di Benni sono pur sempre umani, nostri vicini, conoscenti, amici di amici.
Quasi vorremmo fossero roba di famiglia per godere delle loro pittoresche avventure.
Uno squarcio surreale che offre risate di pancia e lacrime di felicità.
Un Benni del periodo più scanzonato, per godere dell’estate che va a finire (ahimé!) con un ultima risata liberatoria.

Condividi
Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

Vedi tutte le recensioni
Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

9 commenti
  • Grazie.
    Sul serio.
    Per aver postato la recensione di Bar Sport, per aver messo la vecchia copertina della Oscar Mondadori.
    Perchè questo libro è un gioiellino, la Luisona un'istituzione, Benni un genio…e chi più ne ha, più ne metta.
    Benni ha scritto molto altro, dopo: si è evoluto, si è complicato, a volte è piaciuto, a volte di meno. Ma i vecchi fan hanno nel cuore questo Bar (assieme all'altro Bar, quello Sotto il mare) e tutto sommato, ogni volta che entrano in un caffè, si guardano intorno: non sappiamo fare a meno di cercarli, questi personaggi.

    Fùs

  • Si, veramente fenomenale!
    Con gli scritti di Benni sto facendo un percorso al contrario (mai che riesca a fare una cosa al dritto).
    Sono partito da "La grammatica di dio", passando per "Elianto" e "La compagnia dei celestini" per arrivare a questo "Bar sport" e il suo degno successore "Il bar sotto il mare".
    Trovo che negli anni si sia un poco incupito e abbia perso progressivamente la vervé nel costruire scenari spassosi per far spazio ad un amara visione del mondo.
    A me piace in entrambi i modi.

  • Bennianamente (o Bennescamente?) parlando, ho un debole – oltre che per i Bar – per Spiriti.
    Eccellente specchio del mondo attuale. E scritto dieci anni fa.

    Gli ultimi due, Margherita Dolcevita e Pane e Tempesta non li ho letti…ma concordo sull'incupito: l'ultima lacrima e dottor niù mi hanno davvero lasciato l'amaro in bocca.

    Sogno nel cassetto? Portare in scena un suo pezzo teatrale. :D

    Fùs

  • Bella idea quella della trasposizione teatrale.
    Ho sempre trovato una certa affinità tra il nostro Benni e il francese Pennac.
    Claudio Bisio ha portato in scena molte opere di Pennac ma non mi risulta che qualcuno si sia cimentato con gli scritti di Benni.
    Voglio esserci alla "prima".

  • Allora…parlavo dei suoi testi teatrali, non di trasposizioni: Benni ha già scritto per il teatro (Teatro, Teatro 2, Misterioso, più l'audiocoso di Baldanders, se non erro)…e qualcosina è stato messo in scena: http://www.stefanobenni.it/fabula/teatro/ qui trovi un paio di info.

    Pennac l'ha portato in scena anche Marcorè! Vidi La lunga notte del dottor Galvan, anni fa… ma con Pennac ho qualche problema, non andiamo d'accordo…

    Fùs

  • Letto per la prima volta a tredici anni, è decisamente senza ombra di dubbio uno dei libri che hanno costruito il mio universo di lettrice e, in parte, anche il mio modo di scrivere. Indimenticabile, lo rileggo sempre con lo stesso piacere della prima volta.

  • Ottimo! Grazie per le info, non si finisce mai di imparare.
    Ho avuto la fortuna di guardare Marcoré dal vivo metre recitava il testo di Pennac ma secondo me l'interprete naturale rimane Bisio.
    Spero che il francese riesca a farsi perdonare in futuro; nell'attesa leggiamoci Benni, e viva la vita.

Recensione di Simone Gentile