Di questi tempi vanno di moda le scatole cinesi.
Inizi a leggere e ti pare di afferrare la trama thriller con tinte soprannaturali. Dopo un paio di colpi di scena ti ritrovi in tutt’altro scenario. E ricominci a ricostruire: ma allora tizio ha fatto questo per quest’altro motivo?
Dunque il primo indiziato in realtà è vittima?
Costruisci e decostruisci in continuazione perdendo di vista tutti i punti fermi e ben presto rimani invischiato nella tela della storia.
E’ un espediente gustoso che funziona maledettamente bene se si sa usarlo: Carrisi lo usa magistralmente.
Ora penserete: ecco un italiano che strizza l’occhio ai colleghi più blasonati (svedesi, americani, inglesi, ecc.) per fare il figo e farci credere che anche noi del bel paese si può scrivere in maniera decente un thriller di ampio respiro.
Ok, è ovvio che non state parlando di Donato Carrisi (anche se quella D puntata prima del cognome mi ha fatto rizzare i peli, infastidito; capita!).
Goran Gavila affronta un caso spinoso, imprevedibile, inquietante (e chi più ne ha più ne metta!).
Armato solo della sua fine conoscenza del mondo criminale, serial killer in particolare, il criminologo e la sua squadra speciale affrontano anche questa sfida.
Per mettere quel pepe che non guasta mai, la ricerca è cadenzata da cadaveri che infittiscono il mistero e offrono coni d’ombra in cui alberga il male.
Mettiamoci pure la corsa contro il tempo per salvare il salvabile e il menù è in tavola.
Libro denso che si può raffigurare in una spirale, nel buio, che va sempre più giù raggiungendo una verità inaspettata (almeno per me) e un finale “alla buona” (sempre a mio parere).
E’ che i personaggi sono la vera forza di questa narrazione.
Tutti ben tratteggiati, palpitanti, veri.
L’unico personaggio che mi risulta fastidioso è quello che ha il delicato compito di fare da collante:
Mila Vasquez, fai un favore all’umanità, sparati una buona volta.
Scusate mi sono lasciato andare. E’ che il dente me lo dovevo togliere. Non sapete quanto mi ha fatto penare sta donna, anzi, se lo volete sapere, curiosate pure tra le pagine di Donato Carrisi ma fate attenzione.
Non potete immaginare quali scheletri nascosti salteranno fuori aprendo l’armadio né di chi ci si può fidare.
Accetterete il Suggerimento?
Accetto volentieri il suggerimento… non tanto per me che non amo il genere (non vado oltre Fruttero e Lucentini) quanto per il maritozzo… sono sicura che apprezzerà… alla prossima tappa il libreria allora l'ennesimo classico per me e Il suggeritore per lui ;)
Spero gli piaccia. Non nemmeno il mio di genere ma come sperimentazione non mi posso lamentare. Buona lettura