Sul soffitto – Eric Chevillard

Sul soffitto di Eric Chevillard, pubblicato da Del Vecchio Editore, è un romanzo particolare. Anzi, del tutto unico, qualcosa che fuoriesce completamente dalla normalità narrativa a cui siamo abituati. Non solo i soggetti, le situazioni e le storie descritte risultano paradossali e divertenti, ma anche lo stile di scrittura, la prosa e il linguaggio sono irriverenti e impareggiabili.

Chevillard ci porta in un mondo eccezionale, animato da personaggi inimitabili e particolarissimi. La voce narrante appartiene a un uomo medio, che appare a una prima occhiata del tutto nella norma. Ma tutto si può dire su questo signore, tranne che è una persona normale. Infatti, da quando era bambino, egli vive in simbiosi con la sua sedia, che porta appoggiata sulla testa. Ci racconta che ci sono pochissimi umani della sua stessa specie, gli è capitato una sola volta in tutta la vita di incontrare un altro uomo che portava una sedia sul capo. “Ci sono cose di cui il linguaggio comune non può rendere conto, non più di quanto le quattro operazioni permettano di esprimere tutta la matematica, la sedia è un oggetto più complesso di quel che sembra, direttamente implicato nel dramma umano”.  Per cui, si sente diverso, lontano dalla società e male accettato. “Mi guardavano dall’alto in basso, potente leva, ed era già tirarmi fuori dal mucchio, portarmi alle stelle.” Per questo, decide di circondarsi di fedeli quanto strambi amici: Topouria, convinto di essere una gru in grado di sollevare qualsiasi peso; Kolski, che attende pazientemente che il suo odore fetido prenda finalmente consistenza, per poi modellarlo a piacimento e creare una sensazionale statua olfattiva; la signora Stempf, che cresce i suoi cinque bambini all’interno del suo corpo, rifiutando di partorirli per evitare che essi vengano contagiati dal male del mondo; e infine Malton, infortunato a vita e costretto su una sedia a rotelle, e Lanson, che lo accompagna ovunque appoggiandosi sulla sedia a rotelle come fosse una zattera in mezzo a un mare sterminato. L’unica che sembra essere “normale” (aggettivo che in questo scritto non ha consistenza né permeabilità) è Méline, di cui il protagonista sembra essersi innamorato. La ragazza accetta l’ecletticità del compagno e dei suoi amici, considerando le loro stranezze come segno di personalità forti e decise, invece di chiudere i pensieri in una scatola e tacciare questi uomini come individui diversi e fuori dalla società.Sul soffitto

Quando il palazzo della Biblioteca, mai terminato e ancora in cantiere, viene sgomberato dalla polizia, i sei amici sono costretti a trovare una nuova sistemazione. La città e i suoi abitanti non sono mai stati clementi e comprensivi con loro, nessuno li ha mai voluti, tutti se ne sono allontanati. I sei hanno sempre dovuto affrontare l’indifferenza e lo sconcerto delle persone, che s’impegnavano sempre a sottolineare la diversità e l’assurdità dei loro caratteri irriverenti. “Ma noi abbiamo tratto dal nostro disgusto per la vita al suolo, stanchi anche di questo disgusto, l’impulso necessario per raggiungere il soffitto”: è infatti proprio sul soffitto di casa di Méline Raffin che i sei andranno ad abitare, con grandissima e felice soddisfazione. Ignorando l’insistente domanda del padre di Méline, alla quale non risponderanno mai: “ma come fate a non cadere?”

L’ironia superba di Chevillard gli permette di esprimere concetti molto complessi, con un linguaggio giocoso che rende il tema del romanzo decisamente più leggero di quanto in realtà sia. La differenza, il diverso, l’eccezionale sono da sempre una fonte di terrore e sospetto per chi, invece, vive di normalità. Chi non sa aprire il cuore e lo spirito al dissimile, avrà per sempre l’animo rinchiuso da quelle sbarre che la mente erige attorno a sé più per paura che per razionalità. Chevillard, con il suo lessico eclettico, un ritmo costantemente altalenante, un linguaggio fluido e chiaro ma allo stesso tempo contorto e unico, riesce a dimostrare che anche chi viene considerato diverso ha un’anima, un pensiero e delle idee precise (la maggior parte delle quali risulta addirittura sensata).

Sul soffitto è un romanzo eccezionale, che rifiuta tutte le convenzioni e tramanda chiaramente il messaggio implicito in tutto questo bellissimo libro.

Chevillard sarà ospite del Festival della Narrativa Francese: il 24 Novembre (ore 17:30) al Cultural Flow Zone dell’Università Ca’Foscari di Venezia; il 25 novembre (ore 19:00) all’Institut Français Centre Saint Louis di Roma; e il 26 novembre (ore 18:00) alla Libreria Feltrinelli Libri e Musica di Palermo.

 

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Recensione di
Federica Bruno

Lettrice affiatata, non riesco a smettere di scrivere, scrivere, scrivere. Amo i libri gialli, l'ironia e la parmigiana di melanzane.

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