IL SENSO DI UNA FINE- JULIAN BARNES

Con quale frequenza raccontiamo la storia della nostra vita? Aggiustandola, migliorandola, applicandovi tagli strategici? E più avanti si va negli anni, meno corriamo il rischio che qualcuno intorno a noi ci possa contestare quella versione dei fatti, ricordandoci che la nostra vita non è la nostra vita, ma solo la storia che ne abbiamo raccontato. Agli altri, ma soprattutto a noi stessi.

 

Tony Webster è un uomo che cammina dritto e cauto su una linea. Dai tempi della scuola lo accompagnano due amici inseparabili Finn e Adrian, questo’ ultimo dotato di straordinaria intelligenza e carisma che scatenano in Tony un sentimento ambivalente e un’insopportabile senso di inferiorità.

Non sembra quindi particolarmente sorpreso quando, ai tempi dell’università, la sua fidanzata Veronica decide di lasciarlo per mettersi con Adrian che sembra rivelarsi superiore a lui da ogni punto di vista. Seppur profondamente ferito nell’orgoglio Tony decide di eliminare entrambe queste ingombranti presenze dalla sua vita e, dopo aver dato voce ai suoi sentimenti attraverso una lettera furente indirizzata al vecchio amico, continua a camminare cauto e dritto sulla sua linea.

La successiva notizia suicidio di Adrian lo lascia sorpreso e addolorato ma nulla sembra scalfire il suo passo imperturbabile fino al giorno in cui Tony, a quarant’anni dall’accaduto, apprende di avere ereditato dall’amico defunto un diario che si trova ancora nelle mani di Veronica. Questa notizia lo obbligherà a porsi delle domande ad affrontare il suo passato, quello vero e quello che per comodo o necessità, si è costruito.

Lungo lo scorrere del tempo Julian Barnes ci spiega come gli eventi che ci piombano addosso non siano una scienza esatta e oggettivabile e di come possano assumere significato diverso a seconda di chi li vive, e ancora di chi li racconta.  Attraverso questa analisi di vita emerge un’impietosa verità: siamo noi stessi a diventare filtro della nostra storia ma siamo anche anche l’ostacolo che ci impedisce di vedere le cose nella loro completezza fino all’inevitabile giorno in cui siamo pronti a guardarle da lontano.

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Recensione di
Margherita Gabba

Sono Margherita, ho 30 anni e faccio il medico di Pavia. Amo la narrativa, soprattutto quella che pone l’ attenzione sulla psicologia dei personaggi. Tra i miei autori preferiti troverete Nevo, Franzen, Grossman e Svevo. In sintesi mi definirei una lettrice egocentrica; mi piace ritrovarmi nelle parole di altri, i fortunati scrittori che hanno il dono di sapersi raccontare nero su bianco. Ogni libro è un incontro e serve il giusto tempismo per amarlo davvero, per far scattare la scintilla che trasforma una bella lettura in un ricordo prezioso.

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