Il venditore di armi – Hugh Laurie

E il dottor House scrive un libro. Non c’é da stupirsi.il venditore di armi
Anche Cassano o “ringhio” Gattuso riescono a pagare qualcuno che metta per iscritto i loro pensieri, non é certo da meno il buon Hugh Laurie.
Solo che lui é inglese, ha studiato con profitto e, cosa ben più utile, sa scrivere niente male.
Si mette lì, nelle pause del set, nei pomeriggi in albergo o sull’aereo per casa, e partorisce una storia di mercenari al soldo di magnati poco raccomandabili, con un filo narrativo ineccepibile e una verve da scompisciarsi dalle risate.
Trovate brillanti, dense di humor inglese (che personalmente apprezzo moltissimo), azione concitata e ben strutturata, un protagonista di cui difficilmente non si prendono le parti, insomma un bel narrare.
Ci ho visto un buon taglio filmico, con colpi di scena calibrati e un ritmo di eventi cadenzato al punto giusto.
Il protagonista poi, Thomas Lang, é un Hugh Laurie più giovane; difficilmente sono riuscito ad immaginarmi altro.
Ci vedo lui perché ha intriso il personaggio delle sue caratteristiche:
simpatia, istrionismo, fascino, humor, macchiettismo e chi più ne ha, ne metta!
Mi si potrà accusare di recensire questo libro solo perché innamorato dello scrittore/attore! Ebbene si, ma in parte é anche perché c’é una storia che vale la pena di essere letta.
Questo l’ho capito dopo aver comprato a scatola chiusa, letto con occhi a cuoricino e riso nei momenti giusti.
Ora che mi rileggo; non é un libro di barzellette, ben inteso.
C’é pathos, azione e anche un finale niente male.
E dopo aspetterete con me il proseguio delle avventure del mitico Thomas Lang.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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