Dalla libreria al cinema #31 – Marnie

Marnie è un romanzo di Winston Graham del 1961, dal quale il genio di Alfred Hitchcock nel 1964 ha tratto l’omonimo film, con protagonisti Tippi Hedren nel ruolo di Marnie e Sean Connery nel ruolo di Mark.
Ho rivisto questo film nella mia adolescenza (e anche dopo) decine di volte. Sono sempre stata affascinata dai film di Hitckock e non mi stanco mai guardarli e rivederli per cogliere diverse sfumature.

Per quanto riguarda Marnie in particolare, ciò che mi attraeva, oltre ad una magnifica colonna sonora, era il fatto che, nonostante il dramma di questa donna, cleptomane, bugiarda, problematica, diversa, frigida, ladra, il film fosse una bellissima storia d’amore. Mi piaceva la testardaggine con cui Mark si interessava ai suoi problemi, ma soprattutto il senso di protezione che aveva nei suoi confronti.

Quest’estate ho letto il libro, nell’edizione de “Il Saggiatore”, arricchita da una postfazione di Anna Ferruta, con il confronto libro-film e  da un’esclusiva intervista che Francois Truffaut fece a Hitchcock, e qui  riportata nella parte riguardante Marnie.

Il romanzo di Winston Graham è narrato in prima persona, e quindi dal punto di vista della protagonista. È un’opera 35letteraria di grandissimo valore, perché scava con linearità nella psiche di Marnie. Sicuramente il problema psicologico della cleptomania e della fobia per il sesso è affrontato in modo più approfondito rispetto al film, che invece ha dovuto operare dei “tagli” per esigenze sceniche . Tuttavia è molto diverso rispetto al film, oppure è il film che è diverso rispetto al libro. Il nocciolo centrale è il medesimo, ovvero il giallo psicologico è sempre fondato sulla patologia di Marnie, nel corso del film come del libro, ci si chiede quale sia la causa scatenante, l’origine del comportamento della protagonista. Marnie è una ladra ed è isolata dal mondo, non riesce ad instaurare un rapporto con nessun essere umano,  mente all’umanità, mentre riesce ad avere un rapporto solo con il suo amatissimo cavallo. A questo dramma parallelamente si affianca il dubbio costante sul se e sul quando verrà scoperta dalla polizia, l’incubo di Marnie, la paura di essere scoperta per i suoi furti, che la porta a scappare e a cambiare continuamente identità.

Nel libro il finale è diverso e meno rassicurante rispetto al film. Nel libro ci sono dei personaggi in più, e dei personaggi diversi (nel film c’è una rivalità tutta femminile con la cognata, del tutto assente nel libro), resta la figura inquietante della madre. Sebbene Mark sia innamorato di Marnie e voglia aiutarla nel romanzo come nel film, nel libro il senso di protezione  l’ho percepito meno, probabilmente perché l’autore rispetto al regista si è maggiormente incentrato sul dramma psicologico della protagonista e meno sull’aspetto dell’amore che cura.

marnie2f

 

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Recensione di
Miriam Caputo

Sono una divoratrice di libri, che ama la scrittura. Mi piace raccontare le storie che ho letto, ma anche inventarne di nuove e creare personaggi. Mi rispecchio in questa frase:
"Io voglio essere la trapezista, che fa il triplo salto mortale con il sorriso, la leggerezza, e non fa vedere la fatica dell'allenamento, perché altrimenti rovinerebbe il tuo godimento di lettore. Io voglio essere la trapezista e nulla voglio trasmettere della fatica del mio scrivere"
(Andrea Camilleri).

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