Chine Immaginarie#20 – Maus – Art Spiegelman

Questa opera rappresenta forse l’esempio più radioso e totale di maturità del disegno e della narrazione espressiva, nel panorama delle arti.

Il fumetto- ancora oggi visto come branca minore,  sfigata e da disadattati, roba per bambini e immaturi – trova piena espressione, potenza, ragion d’essere, nel raccontare la vita.

La sfida personale e quasi impossibile in cui si cimenta Art Spiegelman è quella di raccontare maus 2l’Olocausto, dal punto di vista di un sopravvissuto quale il padre, Vladek, mettendo nero su bianco, stavolta in forma di arte grafica più che parole, l’assoluta follia dell’antisemitismo.

Facendo scelte funzionali e squisitamente narrative, Spiegelman spezza l’altrimenti insostenibile racconto dell’Olocausto con schermaglie famigliari che hanno del paradossale.

L’autore riesce a dosare l’accumulo di orrore che inevitabilmente va montando durante la narrazione e anche nelle vignette più dolorose non veniamo mai travolti dal rappresentato.

maus posa

Questo piccolo miracolo lo dobbiamo alla spersonalizzazione salvifica rappresentata dalla scelta autoriale di disegnare gli ebrei come topi e i nazisti come gatti (e via altri animali di contorno).

maus why

La più grande metafora mai disegnata riesce a filtrare il dramma storico così come la tenerezza, l’amore, la tenacia, la caparbietà e la fortuna di una famiglia ebrea riescono a rappresentare una cruda realtà.

Personalmente sarò sempre grato a Spiegelman per la sua opera. Non sarà stato facile per lui tirare fuori queste tavole che sembrano tanto naturali e “semplici” quanto grondanti di intimità e di vita.

maus

 

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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