Quando ho imparato a respirare sott’acqua – julie orringer

…era già troppo tardi! (aggiungo)
Il primo libro dei “consigliati da Nick” (vedi post precedente su nick hornby).
L’ho letto durante l’estate ma é l’ultimo di cui scrivo.
Prima ho dovuto togliermi la malinconia e l’angoscia  dal cuore, tutta quella che questo libro ha saputo infondermi.
Lo avevo accantonato nei recessi della memoria.
Poi, ieri notte, un incubo ha riportato tutto a galla.

Ho sognato due bulli che mi inseguivano per via della Conciliazione.
Una concitata (quanto acrobatica) fuga finita, non si sa bene come, tra le braccia di un terzo bullo pronto a malmenarmi.
Tralasciando l’assurdità di un cristone di 2 metri per 90 kg di sprezzo del pericolo che fugge da 2/3 gnappi (fatto di cui parlerò alla mia analista in merito ai significati reconditi, e dell’incubo, e della bugia sopra sottolineata), la Orringer é riuscita a farmi l’effetto di un pestaggio ad opera di bulletti.
Vatti a fidare di chi ti fa immedesimare nelle travagliate fasi adolescenziali dei vari protagonisti dei racconti!
Come minimo, al primo amore non corrisposto, al primo imbarazzante debutto in costume da bagno, al primo passetto che ci viene fatto fare per dare una carezza ad un anima in pena, ci ritroveremmo con un bel pugno al plesso solare.
Ecco, lì si staremmo a boccheggiare, a succhiare aria, a cercare una via d’uscita. Sempre con il dubbio sul “perché” non tutti riescono a sopravvivere a certe cose, sul “quando” le cose si sono messe così male e sul “meno male” che le cose per altri adolescenti hanno svicolato appena in tempo.
Lo so non é un gran che come recensione ma é molto meglio che dire: tristezza a palate.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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