La biblioteca dei libri proibiti – John Harding

In un pomeriggio di pioggia ho visto in vetrina un volumetto con l’immagine in penombra di una giovane donna con un libro tra le mani che si aggira per i corridoi di una grande casa d’epoca. La copertina, insieme al titolo La biblioteca dei libri proibiti, mi ha attirata come mosca al miele. La storia però non mantiene le promesse del titolo (che d’altra parte in lingua originale suona semplicemente Florence and Giles) e della breve sintesi al di sotto di esso. L’autore John Harding (Fenland, 1951) è un ex-editor al suo quarto romanzo.

Florence è una ragazzina di 12 anni che vive nella grande casa di famiglia nel New England. L’anno è il 1891. Florence e il fratellino Giles di 8 anni sono orfani e sono accuditi da una governante e da vari inservienti stipendiati da uno zio che vive lontano. Lo zio non solo è poco generoso e poco interessato alla sorte dei nipoti, ma ha anche dato precise istruzioni affinché a Florence non venga permesso di imparare a leggere e a scrivere e la ragazzina venga avviata esclusivamente alle attività domestiche. Tuttavia Florence è riuscita da sola ad imparare e trascorre lunghe ore nascosta nella biblioteca di casa a leggere. Quando il piccolo Giles si rivela, per la sua indole mite e fragile, inadatto a frequentare una scuola, viene assunta una istitutrice privata; scomparsa questa in circostanze drammatiche, ne arriva un’altra, la signorina Taylor. A questo punto la situazione comincia a precipitare: convinta che la donna voglia rapire il suo fratellino, Florence mette in campo ogni astuzia fino ad una conclusione dai tratti orrorifici.

Per ammissione dello stesso autore il romanzo è ispirato ad un racconto di Henry James, Giro di vite (The turn of the screw, 1898), a cui alludono chiaramente perfino i nomi di molti personaggi. L’intenzione dell’autore è dunque quella di avvolgere il lettore in un’atmosfera gotica, inquietante e opprimente, tra misteri, intrighi, follie, presunte presenze sovrannaturali.

Non manca qualche trovata felice: il personaggio del giovane Theo, prostrato dall’asma e perdutamente innamorato di Florence, è tenero e vero al tempo stesso; la strana lingua di Florence (narratrice interna della storia), mista di termini letterari e di ardite invenzioni personali, è curiosa e forse risulta tale ancora di più nell’originale. D’altra parte l’autore privilegia la trama: non dobbiamo dunque aspettarci particolare introspezione psicologica o ricostruzione dettagliata di ambienti.

Se non si cerca un romanzo di alto livello, La biblioteca dei libri proibiti può essere una lettura disimpegnata perfino piacevole, capace di incuriosire il lettore fino alla fine (pur non brillando in originalità).

Purtroppo però non troviamo la centralità dei libri e della biblioteca, come il titolo italiano (ingannevole) lascia credere.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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5 commenti
  • Bene, io sono una delle altre allocche che ha comprato il libro! Mi è successo proprio come è successo a te, con la differenza che il mio giace ancora sullo scaffale, mai aperto!

    • Leggere questo libro è come guardare un film horror di serie B: si può anche fare, se non si pretende nulla di speciale e non si ha come impegnare meglio il tempo. :) Gli editor che si mettono a scrivere (ho fatto più di un’esperienza) riversano nei loro libri la massa delle loro letture ma, fatto salvo qualche spunto felice, non riescono a sottrarsi all’effetto “déjà-vu”. Tant’è.
      In ogni caso, tanto di cappello alle case editrici italiane che con le loro traduzioni “libere” dei titoli (per non parlare delle illustrazioni in copertina e delle sintesi sui risvolti) mi hanno tratto in inganno per l’ennesima volta. >.<

Recensione di D. S.