Diario pulp – Strumm

Tutti noi, quotidianamente, svolgiamo la nostra principale attività.

Siamo impiegati nella pubblica amministrazione, operai in un cantiere sulla Laurentina, studenti universitari o liceali, amministratori di condominio, idraulici e così via.
 
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Nonostante queste differenze di carattere professionale, abbiamo in comune il fatto di possedere una cerchia di persone a noi più care: gli amici con cui beviamo qualcosa al bar, la mamma che stravede per noi, ecc. Periodicamente incombono su di noi gli oneri della pulizia di casa. E ogni tanto bisogna fare un acquisto: che so, un frigorifero. Cose irrilevanti, insomma.
 
Questo vale per tutti, giusto? Be', anche per i criminali. O almeno, così ci ha mostrato il cinema generalmente conosciuto come "pulp". Il primo nome che viene in mente è naturalmente quello di Quentin Tarantino, manco a dirlo, con "Pulp Fiction" o "Natural Born Killers" (di Oliver Stone ma basato inizialmente su una sceneggiatura del cineasta di Knoxville). La costante di queste storie è l'avvicendarsi di atti criminali con piccole banalità: pensiamo al dialogo iniziale de "Le iene" sulle mance alle cameriere e sulla discografia di Madonna, o alla smancerie tra gli assassini per gioco Juliette Lewis e Woody Harrelson in NBK (o quelle, ancora più esagerate, tra Bruce Willis e Maria de Medeiros in PF).
 
Ecco, "Diario Pulp" segue un po' la scia di questo tipo di pellicole, incrociandole con il Giancarlo De Cataldo di "Romanzo criminale" e il James Ellroy di "Sei pezzi da mille" (tanto per avere qualche riferimento) e ambientando la sua storia a Roma e dintorni. Quello che viene fuori è una manciata di storie più o meno collegate tra loro in cui i personaggi hanno sia l'attitudine criminosa che (paradossalmente) l'umanità, fino a suscitare simpatia.
 
Tanto per capirci, i protagonisti principali si chiamano Zecchinetta e il Sellero; quest'ultimo va in giro con un impermeabile alla Tenente Colombo e infradito, incurante del freddo, e sta in una casa combinata peggio che una stanza affittata a due studenti universitari fuori sede. In pratica, il primo fa da balia al secondo, visto che il Sellero è un omicida ma non proprio un genio.
 
Rapporti tra persone, dicevo prima. E se ho già detto dell'amicizia tra Zecchinetta e il suo socio, "Diario" parla anche della madre del primo, che lo prende a schiaffi perché lui fuma, o tratta le relazioni con donne dal temperamento focoso, così come le cordiali (più o meno) inimicizie tra soci negli stessi "lavori".
 
Scritto sotto lo pseudonimo di Strumm, dopo qualche pagina dell'opera vi troverete in situazioni dove non saprete se ridere o evitare ogni reazione, per non farvi ammazzare da chi avete di fronte.
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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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2 commenti
Recensione di Antonio Soncina