Nel 1997 usciva uno dei film più celebri del fumettista, animatore, sceneggiatore, regista e produttore giapponese di anime Hayao Miyazaki (Tokio, 1943): La principessa Mononoke (もののけ姫) . Autore di fama internazionale, grazie anche all’Oscar vinto nel 2003 per il film La città incantata ed al Leone d’Oro alla carriera ricevuto a Venezia nel 2005, Miyazaki è anche cofondatore dello Studio Ghibli insieme al collega Isao Takahata. Il film La principessa Mononoke è arrivato in Italia solo nel 2000.
Nel Giappone del 1500, una piccola comunità di Emishi riesce ancora a mantenersi indipendente dal potere imperiale e conduce una vita tranquilla. Il giovane principe del clan, Ashitaka, è però costretto a lasciare il paese perché colpito dalla maledizione di un Tatarigami (divinità della maledizione, appunto) che ha ucciso. Si dirige allora verso ovest, in cerca di una difficile salvezza, mentre la ferita al braccio destro infertagli dal Tatarigami lo tormenta e si espande. Lungo il cammino il ragazzo si imbatte in una cittadina di produttori di ferro retta da Sua Eccellenza Eboshi, una donna forte e volitiva che non esita ad accogliere nella sua comunità emarginati, prostitute e lebbrosi. Tuttavia, per portare avanti la produzione del ferro, gli uomini di Eboshi stanno disboscando senza pietà la zona, provocando l’ira degli animali e degli spiriti della foresta. In quei boschi vive anche San, la principessa degli spiriti (è lei la principessa Mononoke), una ragazza abbandonata e cresciuta dalla cagna selvatica Moro. San nutre un odio profondo nei confronti degli esseri umani e li aggredisce selvaggiamente per difendere il suo mondo verde e la sua vita. Ad Ashitaka toccherà il difficilissimo compito di cercare di ristabilire pace ed equilibrio tra natura e civiltà, tra animali e uomini, tra spiriti e creature mortali.
Dal film, agli inizi del 2000, è stato tratto un anime comic, cioè un fumetto realizzato riproducendo fotogrammi dell’anime. Si tratta di quattro volumetti pubblicati tra il gennaio e l’aprile del 2000 nei Planet Manga. Naturalmente i fotogrammi del film, riprodotti su piccola pagina, perdono molto della loro suggestione e imponenza rispetto soprattutto al grande schermo; tuttavia conservano un loro fascino accompagnando la storia magica e avventurosa di Ashitaka e San e soprattutto ripropongono il messaggio pacifista ed ecologista che sta tanto a cuore a Miyazaki e a chi, come me, lo segue con interesse da anni.
Proprio ieri mi sono innamorata a prima vista di Ponyo (!), ma la Principessa Mononoke mi manca: rimedierò presto!
Io li ho tutti! :) Alcuni lasciano un po’ perplessi perché sono vagamente folli, però vale sempre la pena!
Sì, concordo, folli come Arrietty, che mi ha lasciata un po’ così, con quella fine così interrotta!
E non hai visto “Il castello errante di Hawl”: nel confronto, “Arrietty” è un film limpido e chiaro come acqua di fonte. :)
Sììì l’ho visto e amato al primo sguardo!! Ho pure letto il libro :p
:) Allora nulla più potrà stupirti, almeno da parte di Miyazaki.