A un certo punto, alcuni si arrendono. Qualcosa scatta in loro, forse improvvisamente, oppure come risultato di una lunga riflessione. C’è chi si suicida, chi diventa un barbone, chi fa perdere le proprie tracce, chi sfoga le proprie frustrazioni nel cibo.
Malcolm è un bel ragazzo, forte, con un impiego discreto, una famiglia unita. Apparentemente, tutto va bene. E’ più di quanto molti avranno mai. Eppure, lui non ci sta. Perché darsi tanto da fare solo per questo, si chiede. Così, il giorno del suo venticinquesimo compleanno, l’ex bambino iperattivo decide di restare a letto per sempre e prendere peso, supportato in questo dall’amorevole madre che gli prepara continuamente dei pasti abbondanti e ricchi di grassi.
A leggere la sinossi, la storia sembrerebbe tutta qui, e invece, paradossalmente, è all’esterno che bisogna guardare. Attorno a “Mal” e alla sua scelta di lasciarsi andare, orbitano il capofamiglia e il suo declino professionale, la sua fidanzata Lou e il pessimo rapporto con il proprio padre, e soprattutto il fratello minore, che è sempre stato il secondo in tutto, tanto da essere conosciuto solo come “Il fratello di Malcolm”.
La prospettiva della storia è quella di quest’ultimo, perdutamente innamorato di Lou. Il ragazzino fa fatica a capire il mondo che lo circonda – gli altri personaggi sono nascosti dietro poche frasi – resta in un angolo, si mostra sempre disponibile e sorride, o almeno ci prova, però soffre per l’amore non ricambiato e per il fratello che sta rovinando la vita della sua famiglia, così tutto ciò che lo circonda diventa metafora di malinconia, rabbia, speranza o rassegnazione.
“Buon compleanno Malcolm” è una storia sulle inevitabili e irrimediabili delusioni del diventare grandi. Buona lettura.