Un buon posto dove stare è una raccolta di racconti vincitrice del Premio Campiello Opera Prima.
Sono felice che una raccolta di racconti sia stata premiata con un riconoscimento così prestigioso, e che una scrittrice sia riuscita ad esordire proprio con questo genere di opera.
I racconti, per chi ama sia leggerli che scriverli come me, sono un genere prezioso, perché dietro ogni racconto si nasconde un mondo, che, volendo andare oltre la superficie del genere, si dilata a dismisura agli occhi del lettore.
Purtroppo sono un genere un po’ bistrattato. I racconti si vendono poco e si leggono ancora meno. La ragione di ciò mi è completamente ignota e incomprensibile. Diciamo che è un dato statistico. Qualcuno li ritiene addirittura un genere inferiore. Io credo sia quasi il contrario (senza nulla togliere a un buon romanzo) perché è molto più difficile per uno scrittore condensare in poco spazio, o comunque in meno pagine, trama, tensione narrativa, emozioni, che nel romanzo per forza di cose vengono diluite. E questa autrice riesce benissimo. Undici racconti che narrano episodi quotidiani, non epici, e che in un mondo in cui tutti hanno una risposta per tutto (e se non l’hanno c’è sempre google) ci lasciano pieni di interrogativi. Una scrittura precisa, pulita, a tratti leggera, che ha la capacità di lasciarci immedesimare, non tanto nelle situazioni, quanto nelle sensazioni ed emozioni, e talvolta anche commuovere.
La scrittrice è molto giovane eppure ha evidentemente sviluppato l’esperienza sufficiente e ha una capacità di approfondimento non comuni per arrivare a questo.