È ormai sotto gli occhi di tutti.
Le barbe sono tornate prepotentemente (di moda) e siamo di fronte ad un vero e proprio movimento culturale.
Ultimamente se ne vedono di tutte le fogge: corte, lunghe, trasandate, iper curate, allo stato brado e glitterate. Quale che sia lo stile scelto, la barba gode di immotivate agevolazioni e buoni auspici.
La società moderna è evidentemente pronta ad un ritorno all’irsuto e anche le frange di popolazione femminile più tradizionaliste cedono all’onda di favore e concedono al proprio compagno di coprirsi di morbido pelo.
Ma come la mettiamo se, in un quotidiano costruito sulla perfezione, si insinua la ribellione di un pelo?
E se questo pelo si fa rada barba, poi barba ispida e infine gigantesca barba?
La semplice, operosa e alquanto scialba vita del calvo Dave è terreno apparentemente incolto e sterile; niente di reazionario può nascere da un simile piattume.
Tutti i giorni: lavoro, casa e sedia davanti alla finestrea dove disegnare la vita che vi passa davanti con linee precise e definite.
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Dave ha come unica preoccupazione un pelo, sul mento, che non gli dà tregua.
Un unico, singolo, pelo che Dave combatte da sempre nel desiderio di omologazione assoluta.
E il pelo alla lunga la spunta.
La presenza costante – a discapito di rasature e pinzature – mina le certezze dell’uomo, ne fa vacillare i propositi, germina in un pensiero rivoluzionario.
Il pelo prende il sopravvento e sovverte il disegno di vita che Dave si era figurato in mente.
La barba muta le percezioni che gli altri hanno dell’uomo, saltano gli schemi sociali e… avviene qualcosa di stupefacente.La barba, gigantesca, sembra alimentarsi dei pregiudizi, delle idee distorte, del socialmente improprio, per accrescere la sua presenza e “minacciare” tutti.
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La barba che oscura il sole pone le persone di fronte alla grandezza delle ipocrisie che tolgono la luce della ragione.Stephen Collins è un autore mirabile e sa rappresentare la paura del diverso, del non omologato, del non perfettamente inserito nel tessuto sociale e ne amplia a dismisura i contorni (aggrovigliati, pronti a catturare) fino a inglobare tutto. Racconta e disegna con una sottile nota di ironia che rende la narrazione scorrevole e ariosa malgrado il crescendo di pathos che porta a divorare il tutto con una certa foga (il libro è voluminoso e bellissimo).
Una storia che parte da un’idea semplice ma che nella sua evoluzione deflagra potentemente e investe il lettore con molteplici riflessioni.
Una storia che non potrà lasciarvi insensibili…io, ad esempio, mi sono fatto crescere la barba!
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