Chi conosce Natalia Ginzburg? questa è la prima domanda che mi sono fatta, pensando di scrivere questa recensione. E la risposta la so già: pochissimi, o forse addirittura nessuno qui. Ma questo romanzo autobiografico è uno dei miei libri preferiti in assoluto, da quando ero ragazzina e mi capitò per caso tra le mani (grazie mamma, e grazie ai nostri gusti in comune).
È una storia di famiglia, come potete immaginare; la famiglia della scrittrice, senza veli, senza abbellimenti: semplice, schietta. Ebrei degli anni intorno alla seconda Guerra Mondiale, vivono in Italia sparpagliandosi e ritrovandosi: Torino, Palermo, Roma, Torino, e poi la Svizzera, il Belgio, la Francia. Ogni via, ogni casa, ogni paese fa nascere e crescere nuovi ricordi. E il romanzo è tutto qua: modi di dire famigliari, poesie, aneddoti e canzoncine…come in ogni famiglia, questa è la trama in cui affonda le radici quella di Natalia.
Questo romanzo mi piace perché è vero; perché in quelle storielle ci ritrovo anche la mia di famiglia; perché c’è un po’ di tutto: il cibo, le liti, le vacanze, la crescita, il lavoro, la guerra, i figli che crescono. Ci sono tanti momenti divertenti, come le sfuriate del padre e i ricordi frammentari della madre, spesso in dialetto. Ci sono momenti tristi, soprattutto nel periodo della guerra. E ci sono anche personaggi famosi che incrociano (quasi per caso, quasi fosse ovvio) la vita della famiglia: Pavese, gli Olivetti, Sion Segre, Balbo, Turati.
Leggetelo, se anche voi avete una famiglia piena di modi di dire e di storie che potete capire soltanto voi…e sono sicura che ce l’avete.
Forse, anzi, sarebbe bello se tutti potessimo scrivere il nostro personale Lessico Famigliare.
Enjoy!
Concordo: è un libro bellissimo e “accogliente”, uno di quelli che quando li leggi ti fanno sentire a casa perché è proprio… famigliare, come il lessico! L’avevo letto anni fa per l’università e mi aveva entusiasmato. E’ un altro di quei libri che mi ripeto da un po’ di voler rileggere.
Si, ad un certo punto pare di far parte della famiglia.