Acqua salata – Jessica Andrews

Ho visto la copertina di  Acqua Salata ovunque sul web e fin da subito intorno a questo libro c’è stato un grande entusiasmo: i profili Instagram che seguo lo hanno esaltato e descritto con aggettivi strabilianti e perfino la libreria del mio quartiere lo aveva scelto come libro del mese con tanto di post it che lo apostrofrava come “bello, bello, bellissimo!”

Forse è questo il “problema”: quando le aspettative sono troppo alte  si finisce inevitabilmente delusi nella vita così come nella lettura. Ma attenzione a non fraintendermi: la lettura è godibile, lo stile della Andrews oscilla tra carta vetrata e velluto mentre ricama gli episodi che, come stelle polari, hanno guidato e definito la sua esistenza. In un’intervista al The Guardian, Jessica Andrews classe 1992, afferma di leggere molta poesia e questa sua inclinazione ai versi si riversa nella sua prosa che splende di immagini poetiche e che rendono il romanzo unico nella voce narrativa:

Mi fece conoscere scrittori che mi legarono le loro parole attorno ai polsi e mi impedirono di cadere nel vuoto.

Un po’ ho invidiato Lucy, la protagonista, che dalla stroboscopica Londra si rifiugia in un cottage in Irlanda, perchè soffro di quella che chiamo “sindrome da Il Giardino Segreto” e mi riempio di benessere quando i personaggi si rimboccano le maniche e da un posto selvaggio e logoro ne ricavano un meraviglioso rifugio ricostruendo allo stesso tempo anche loro anima.

Acqua salata, edito da NN editore è un contenitore dei ricordi di Lucy che, mentre riprende fiato sulle scogliere del Donegal, ci mostra spiragli della sua vita precedente: l’amore viscerale per la madre, le difficoltà nel crescere con un fratello disabile e un padre alcolizzato e poi il periodo liquido dell’adolescenza attraverso la scoperta del cambiamento del suo corpo, le amicizie, la trasgressione, il sesso.
Poi finalmente la laurea e il trasferimento nella tanto agognata Londra solo per rendersi conto che la città che aveva in mente (quella della canzoni, dei libri e dei romanzi) non c’è più, svanita nell’ennesima metamorfosi della City. E allora ecco il lavoro nei bar, i fidanzati e la sua famiglia che torna prepotente nel suo presente come acqua salata che brucia, brucia, brucia sulle ferite aperte e anche su quelle che pensavamo rimarginate.

Lucy è una protagonista moderna fatta di pailletes e di oscurità, di sangue rappreso e miele, di amore e di atarassia e la Andrews la racconta con uno stile altrettanto contemporaneo e… salato.

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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