Ci vuole un po’ per arrivare al nocciolo di questo lungo romanzo. E’ chiaro fin dall’inizio, comunque, che la narrazione segue due percorsi paralleli: uno ambientato in un presente post 11 settembre, in cui la protagonista è una personalità del mondo dello spettacolo; l’altro ha luogo a partire dall’invasione della Danimarca da parte dei nazisti, e vede un pastore protestante e la sua famiglia alle prese con un quotidiano fatto di clandestinità.
Nonostante gli accenni a guerra e terrorismo, però, il nucleo di “La madre assente” riguarda due gemelli, Leo e Leif, che in realtà non sono proprio così simili tra loro e che si ritroveranno a dover condividere più di quanto immaginano.
Il filo conduttore della storia è l’adulterio e la convivenza con la conseguente menzogna, all’interno di rapporti familiari che reggono a fatica. Come già scritto, prima di entrare nella narrazione centrale bisogna superare una discreta quantità di pagine; tuttavia il lettore verrà ripagato dalla storia e dallo stile denso ma scorrevole dell’autrice.
Un polpettone indegno, insomma.
Direi più un pranzo completo…