Raccontare è un bisogno insito nell’animo umano.
Come anticamente si narravano le storie attorno al fuoco per esorcizzare i demoni acquattati nelle tenebre e nelle coscienze sporche, ora Makkox ci ripropone (neanche fossero peperoni) a colpi di china la sospensione della democrazia nella nostra povera Italia.
Con questa raccolta di vignette – che vanno dall’agosto 2011 al settembre 2012 – prese dal “Post.it”, Makkox ridicolizza le paure dell’italico stivale, le spurga dal fiele.
E’ un percorso catartico, un passo dopo l’altro lungo i 12 passaggi di redenzione degli alcolisti anonimi.
Makkox sa cogliere tutti gli aspetti più ridicoli e assurdi avvenuti nella politica nostrana mostrando caricature che “stranamente” non stridono con l’immagine collettiva che si ha degli attori politici della scena italiana.
Impietosi i ritratti di Berlusconi, Bersani, Napolitano, Maroni e dell’ultimo arrivato (il salvatore) Monti.
La resa visiva dei disegni dell’autore sono un tutt’uno con i testi spesso sovrapposti, agglomerati, sublimati ad un sovra senso intelligibile.
Nell’albo troviamo anche un reportage “particolare” del Festival di Sanremo cui il recalcitrante Makkox è stato inviato in quel periodo (ricordiamo: festival del 2012 vinto da Emma con “Non è l’Inferno”).
Una finestra sull’altra sospensione.
Una pausa per dare spazio allo show, alla tradizione casereccia e alle polemiche sterili sulle canzonette.
E intanto la politica va avanti con le sue storture.
Quella di Makkoz è una cifra stilistica spiazzante che a volte colpisce duro senza che ce ne accorgiamo. Riesce ad arrivare ad una sintesi, fuori dagli schemi, che sempre azzecca noccioli di verità (quasi) impercettibili.
Makkoz è l’outsider che ti aspetti. Sempre, quale che sia la circostanza, lui ha una visione precisa volta a risaltare quel unico particolare che è trascurabile ma spiega il tutto in maniera esaustiva.
Smetto di scrivere. Preferisco applaudire.