Appena ho finito di leggerlo, la prima cosa che ho pensato è stata che recensire questo libro non fosse una grande idea, non perché difficile ma perché ha fatto tanto discutere e tanti scrittori se ne sono occupati, che sarebbe stato come, non so, fare una recensione de I Promessi Sposi!!! Ma si sa, quando hai un’idea, levarla dalla testa è difficile!
Tutti nella vita viaggiano, chi per lavoro, chi per passione, c’è chi affronta traversate oceaniche e chi ogni mattina prende il treno per andare a scuola o all’università; La Tregua racconta un viaggio diverso: fotografa la devastazione dell’Europa all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, vista attraverso le tappe del ritorno a casa dello scrittore dal lager di Auschwitz fino a Torino. C’è da chiedersi allora: perché leggere un libro così? Non era bastato ‘Se questo è un uomo’? Ebbene penso che questo sia profondamente diverso rispetto al primo romanzo: Levi rievoca e dipinge il paesaggio, le condizioni di vita, la cultura di quei giorni in maniera lucida e realistica; è un viaggio che ci svela il senso della vita, l’amore per essa che, un tempo, aveva lasciato il posto all’odio, alla paura e alla fame ma che ora viene ritrovato e riconquistato. In questo quadro, l’autore incontra tanti personaggi, tutti diversi tra loro ma accomunati dalla voglia di tornare a vivere la loro vita. Il narratore osserva, descrive ma non è il protagonista; resta in disparte ma soffre, vive e gioisce con gli altri tra l’euforica gioia dei vincitori russi e la più pacata estasi dei polacchi, nella ricerca di quel calore umano che il lager aveva cancellato.
«[..] – Ma la guerra è finita – obiettai: e la pensavo finita, come molti in quei mesi di tregua, in un senso molto più universale di quanto si osi pensare oggi. – Guerra è sempre – rispose memorabilmente Mordo Nahum »
Ho letto Se questo è un uomo e ammetto di aver dovuto interrompere spesso la lettura perché non riuscivo ad andare avanti, mi sentivo troppo male.
E' incredibile e importante che ci sia stata gente come lui in grado di testimoniare un tale orrore. E c'è gente che ancora nega l'olocausto.
Da leggere. Assolutamente. Tutti e due.
Un libro di Primo Levi secondo me dovrebbero leggerlo tutti, nella vita. Almeno uno. Cosi' gli passa, a certa gente, la voglia di raccontare palle su questa tragedia. Per non parlare della qualita' letteraria, che pero' purtroppo passa davvero in secondo piano, con un simile contenuto.
Capelli d'Argento