VENUTO AL MONDO – Margaret Mazzantini

Non ho sempre voglia di leggere mega-best seller… ma questo mi aveva incuriosito, e poi mi è stato  regalato…
La scrittura di Margaret Mazzantini è molto particolare, molto poetica. Mi ha colpito come spesso racconti o descriva partendo da un particolare che apparentemente sembra marginale, riuscendo poi a far comprendere bene la situazione, soprattutto le sensazioni.
“Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro”.
In alcune parti (poche) però tutto questo mi è parso ridondante, eccessivo, poco scorrevole.
 
Nonostante questo, la storia di amore e di guerra mi ha stregato, incantandomi, commuovendomi e riempiendomi di angoscia allo stesso tempo!
La storia della vita di Gemma è ambientata essenzialmente tra Roma e Sarajevo. Il racconto della vita, dall’amore, della maternità e delle passioni umanissime di questa donna è discontinuo, pieno di salti, ricordi e flash-backs molto suggestivi.

La capitale della Bosnia è uno dei personaggi più importanti del racconto, e sembra cambiare insieme a Gemma. All’inizio c’è un’atmosfera di serenità in città, ci sono appena state le Olimpiadi invernali dell’’84, Gemma non ha ancora 30 anni, non ha ancora compiuto le scelte più importanti della sua vita.
Poi si viene immersi nella Sarajevo del 1992, subito prima della guerra, che poi scoppia. La gente, gli amici di Gemma, non se l’aspettavano: “le guerre cominciano in tempo di pace nelle periferie delle città, mentre voi ve ne state nei vostri circoli culturali a discutere di poesia…”
Il libro è tempestato di immagini laceranti, di violenza.
“Così è la guerra. Ridurre tutto allo stesso niente, un cesso pubblico e un convento allo stesso ammasso di calcinacci, un uomo morto accanto a un gatto morto”.
Ho trovato molto toccatante come l’autrice si soffermi su particolari quotidiani della vita in tempo di guerra, sulle piccole privazioni e attenzioni necessaria per restare aggrappati alla vita, sull’indifferenza che anestetizza i sentimenti, per cercare di non impazzire…
Infine, Gemma, che ha ormai passato i 50, ritorna a Sarajevo nel 2008, e vi ritrova tantissimi ricordi belli e dolorosi, ma anche tantissime ricostruzioni e ferite rimarginate.

Questo romanzo ha anche il pregio di ricordare una guerra fratricida che si è svolta vicino a noi, e che abbiamo saputo abilmente dimenticare.
Anche se all’inizio ero scettica, mi sono dovuta arrendere alla bravura di quest’autrice e  mi sono emozionata moltissimo, perché questo romanzo fa percepire in modo vivo una moltitudine di sensazioni: amore nuovo ed entusiasta, amore stanco, amore ferito e tradito, desiderio di maternità, senso di colpa, paura e orrore per la guerra.
Forse dovrebbero avvertire che ci sono degli effetti collaterali sull’emotività del lettore!!
 
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