Una stanza piena di gente, Daniel Keyes

Negli anni settanta, lo statunitense Billy Milligan venne accusato di rapina, aggressione e stupro, tuttavia negò di aver compiuto quei crimini e, in effetti, non ricordava proprio di averli commessi:  Billy soffriva infatti di personalità multipla.

Gli specialisti interessati al suo caso identificarono una decina di identità differenti, quali ad esempio: Arthur, il distinto ematologo dall’accento britannico, lo slavo Ragen abile nell’autodifesa e con le armi, Tommy l’esperto di elettronica ed evasione. Billy, la personalità iniziale, a causa delle sue tendenze suicide veniva sostituito a turno dalle altre in funzione della situazione contingente; ogni singola identità, però, quasi mai aveva coscienza di quanto accaduto fino al momento dello scambio.

Come era possibile che Billy si dichiarasse incapace di far del male se non per difesa e, allo stesso tempo, venisse accusato dei reati summenzionati? Perché veniva cacciato dall’esercito dopo che la squadra di cui era responsabile aveva ricevuto un encomio grazie alla sua abilità strategica? Come poté viaggiare dall’America all’Europa e tornare, pur senza soldi a disposizione?

La soluzione migliore per guarirlo sembrava quella di riuscire a fondere insieme le varie personalità, eliminando così i vuoti di memoria; ciò portò all’identificazione di ben ventiquattro identità differenti, alcune delle quali giudicate pericolose da quelle dominanti e quindi tenute nascoste; allo stesso tempo vennero fuori le violenze subite da bambino ad opera del patrigno.

Questo libro ripercorre il processo di cura, il risveglio di Billy, i suoi ricordi, la strumentalizzazione del suo caso da parte di media e politici. Storia straordinaria e densa di colpi di scena.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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