Una mutevole verità – Gianrico Carofiglio

Sono stata ossessionata dalla muta presenza di Carofiglio negli ultimi tempi, tutti che mi dicono leggilo, leggilo, bellissimo.
Il genere a me non piace, ma non è la prima volta che mi sbaglio, Vargas ad esempio, è stata una bella e inattesa rivelazione. Questa volta anche no.
Non ho capito esattamente che cosa ci abbiano trovato, secondo me è davvero insipido, la scrittura è fin troppo scorrevole, forse troppo semplice. Credo che dovrò leggere qualcosa’ altro prima di poter dare un giudizio uniforme, ma per ora niente infamia e niente lode.
Questo breve romanzo “giallo”, se così si può chiamare, gira attorno alla figura del Maresciallo Fenoglio e del suo appuntato Montemurro, alle prese con la risoluzione di un caso di omicidio la cui vittima è un uomo di mezz’età poco raccomandabile trovato sgozzato all’ interno del suo appartamento.

Sulla trama non vi dico altro, perché è talmente semplice che fornire qualsiasi altruna-mutevole-veritào particolare potrebbe essere considerato spoileraggio.
Però si sa, i gialli vanno così anche se i fili tessenti trama sanno essere molto più intriganti, e i finali decisamente più sorprendenti. Quello che ho trovato davvero deludente, invece, è la rappresentazione dei personaggi, che sono in tutto e per tutto dei cliché.
Alcuni passaggi, che descrivono le elucubrazioni si Fenoglio, sono da brivido e non in senso positivo; lui colto e riflessivo che ascolta Pachelbel aspettando l’ispirazione, lui che si accarezza la barba sentendo il rumore della ricrescita, lui che è retto e disdegnante dei colleghi corrotti o assuefatti alle luci dei riflettori, integerrimo fino a diventar stucchevole.. mah, a me pare tanto un personaggio uscito da carabinieri 4, ma con troppe pretese.

Anche gli altri personaggi, purtroppo non sono da meno, la caratterizzazione è minima, quasi come se servissero al funzionamento della trama e nient’altro. Infine,  dopo tutto questo analizzare e restare sulla soglia della soluzione, questa arriva così, in poche pagine, senza sforzo e ovviamente senza soddisfazione. Non voglio diventare cinica e smontare un personaggio che vuole sicuramente essere un personaggio positivo, ma bisogna essere anche credibili.

Certo, io parto un po’ prevenuta perché il genere già non è il mio preferito, quindi per catturarmi deve almeno rivelare qualche geniale trovata che qui, decisamente, manca.

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Recensione di
Margherita Gabba

Sono Margherita, ho 30 anni e faccio il medico di Pavia. Amo la narrativa, soprattutto quella che pone l’ attenzione sulla psicologia dei personaggi. Tra i miei autori preferiti troverete Nevo, Franzen, Grossman e Svevo. In sintesi mi definirei una lettrice egocentrica; mi piace ritrovarmi nelle parole di altri, i fortunati scrittori che hanno il dono di sapersi raccontare nero su bianco. Ogni libro è un incontro e serve il giusto tempismo per amarlo davvero, per far scattare la scintilla che trasforma una bella lettura in un ricordo prezioso.

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