Un amore – Dino Buzzati

A dispetto del titolo, questo libro non narra una storia d’Amore; o meglio, racconta di un amore malato, un amore unidirezionale fra un architetto borghese, rimasto nel suo intimo un giovane sognatore romantico, e una ragazza squillo ignorante, ma scaltra, cinica e bugiarda che si approfitta di lui.

Così è la vicenda, almeno per come l’ho letta io. In essa sono insite sia la tematica del conflitto di classe, sia quella che è la tematica tipica dell’autore, che ritroviamo in tutte le sue opere e che esplode nel Deserto dei Tartari: la tematica dell’attesa, della speranza e dell’illusione. È la metafora della vita, l’attesa di qualcosa che non arriverà mai.

Tutta la produzione di Dino Buzzati si caratterizza per essere una metafora della vita: ogni singola opera, ogni singolo racconto rappresentano varie fasi della vita umana e sono uniti l’uno all’altro come se fossero frammenti di un unico romanzo. L’elemento dell’attesa è una costante, tremendamente realistica ed attuale, perché credo che, oggi più che mai, qualsiasi essere dotato di un minimo di sensibilità e non superficiale vi si possa riconoscere.

Se ciò non bastasse, a confermare la genialità di Buzzati è il linguaggio che usa in questo romanzo: eccezionale per come ci prende nelle descrizioni di Milano, ma non solo, è particolare perché è il linguaggio interno di una mente innamorata ed innovativo per l’uso della punteggiatura.

A ciò si aggiunga la poliedricità di questo autore, che si è distinto anche nella pittura e nel disegno (tutti i suoi libri sono da lui stesso illustrati), nella poesia, nel giornalismo, nel teatro.

Condividi
Recensione di
Miriam Caputo

Sono una divoratrice di libri, che ama la scrittura. Mi piace raccontare le storie che ho letto, ma anche inventarne di nuove e creare personaggi. Mi rispecchio in questa frase:
"Io voglio essere la trapezista, che fa il triplo salto mortale con il sorriso, la leggerezza, e non fa vedere la fatica dell'allenamento, perché altrimenti rovinerebbe il tuo godimento di lettore. Io voglio essere la trapezista e nulla voglio trasmettere della fatica del mio scrivere"
(Andrea Camilleri).

Vedi tutte le recensioni
Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Recensione di Miriam Caputo