TransAtlantico – Colum McCann

Anche se TransAtlantico (TransAtlantic, 2013) di Colum McCann (Dublino, 1965) promette molto più di quanto poi mantenga, si tratta di un libro che narra alcune storie interessanti.

Il romanzo è diviso in tre parti. La prima racconta tre storie: quella dei due aviatori britannici Alcock e Brown che nel 1919 compirono la prima traversata dell’Atlantico senza scalo, da Terranova all’Irlanda, a bordo di un aereo da guerra privato dell’armamento; quella di Frederick Douglass, uno schiavo nero che dagli USA andò in Irlanda nel 1845 cercando appoggi per la sua lotta allo schiavismo; quella del senatore statunitense Mitchell, che fu tra i mediatori della pace in Irlanda del Nord nel 1998. Le parti successive raccontano altri eventi dalla metà del XIX secolo fino al 2012 e a poco a poco compongono un grande puzzle in cui tutte le vicende narrate nel libro sono collegate.

Il filo rosso che lega tutte le vicende narrate in questo romanzo è la rotta transatlantica – dal Canada e dagli USA all’Irlanda e alla Gran Bretagna o viceversa – su cui si muovono i personaggi e anche una misteriosa lettera; e progressivamente emergono soprattutto figure di donne, donne anticonformiste e in vario modo in conflitto con la loro epoca o la loro terra: Lily, Emily, Lottie, Hannah. Ma i personaggi sono tanto più numerosi, come le storie raccontate.

La prima parte del romanzo è davvero di notevole livello: le tre storie sono narrate in maniera dettagliata, avvincente, ricreando perfettamente le atmosfere, i luoghi, gli umori; nel prosieguo il racconto diventa più prevedibile ed eccessivamente melodrammatico, e anche decisamente ridondante (la terza parte, in special modo, in cui si passa dalla narrazione in terza persona all’io narrante  – Hannah -, si trascina in una narrazione lenta e poco interessante).

Il libro resta tuttavia una lettura complessivamente gradevole e che restituisce il ricordo di eventi realmente accaduti e di personaggi realmente esistiti che però pochi conoscono: tali sono i quattro personaggi maschili della prima parte (le quattro donne che dominano il libro sono invece personaggi di fantasia, che però rappresentano emblematicamente la condizione femminile nei grandi trapassi della Storia). Tutti i personaggi sono legati a tragedie e orrori come lo schiavismo, la guerra di secessione, la questione irlandese: così il libro diventa anche memoria storica di assurde contraddizioni (esempio emblematico è l’impegno profuso dall’élite irlandese contro lo schiavismo americano, mentre quella stessa élite restava indifferente alle sofferenze e alla fame di tanti connazionali), di soprusi e di morti che non devono essere dimenticati.

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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