The Help – Kathryn Stockett

Lo ammetto, questo romanzo mi era sfuggito la prima volta che è uscito – mi sono decisa a leggerlo solo dopo l’enorme successo di ritorno che ha vissuto l’anno scorso, in concomitanza con l’uscita del film che ne è stato tratto. Adoro profondamente tutte le storie ambientate nella vecchia Dixie – così si chiamano in gergo gli Stati Uniti del Sud – sin da quando ho letto il magnifico Pomodori verdi fritti da ragazzina; inoltre il tema del razzismo e della lotta per conquistare i minimi diritti civili mi ha sempre appassionata molto.

Sono i rivoluzionari anni Sessanta, ma nello stato del Mississippi il vento dei cambiamenti stenta a soffiare: anzi, non si muove una foglia e tutto è arido e statico come l’aria calda di mezzogiorno. Eugenia Phelan, detta Skeeter, torna a casa dopo aver finito l’università con l’aria di chi sta andando al patibolo. Come darle torto? Quello che la sua famiglia ha in serbo per lei è un buon matrimonio, atto a salvaguardare le proprietà di famiglia, tre o quattro bambini uno in fila all’altro, la scuola della Bibbia la domenica e un tè con le amiche per movimentare qualche pomeriggio.

Tutto è già scritto ed Eugenia lo rivede anche sul viso delle sue amiche, che hanno già imboccato quella strada e ora vivono vite tutte uguali, piatte e prive di prospettive, tentando disperatamente di convincersi che quella è l’unica felicità possibile. Eugenia si sente soffocare: l’unica persona in grado di capirla, la sua tata di colore Constantine che l’ha cresciuta sin da quando è nata, se ne è misteriosamente andata da casa mentre lei era ancora all’università – e nessuno le spiega il perché. Le motivazioni che la sua famiglia le dà sull’accaduto non la soddisfano per niente: in segreto, comincia a parlare con le donne di servizio delle sue amiche, tutte conoscenti di Constantine, per sapere qualcosa di più sulla sua scomparsa.

Quello che le si apre davanti è un mondo fino ad allora del tutto sconosciuto: donne piene di passione, talento, cultura che vivono segregate in una sorta di mondo parallelo, senza diritto di parola, di opinione, nemmeno quello di poter usare lo stesso bagno dei loro padroni bianchi – tutto questo perchè hanno la pelle di un colore diverso.

The Help è un libro straordinario anche perchè non si limita a suscitare quelle solite sensazioni di rabbia e compassione che si provano davanti alle grandi ingiustizie – la cosa più scioccante è che racconta tutto questo come se fosse perfettamente normale, logico, immutabile. Lo è, per gli abitanti bianchi della cittadina di Jackson, del Mississippi, di tutti gli Stati Uniti del Sud – ma lo è anche per la gente di colore, che non osa nemmeno immaginare un futuro diverso. Per quanto rigido e invivibile, il presente è tutto quello che conoscono – e la novità spaventa chiunque. La speranza è un lusso, in certi ambienti – non tutti pensano di potersela concedere. Per questo preferiscono continuare così, con la sofferenza di vedersi scherniti, picchiati, perseguitati da quelle stesse persone che hanno cresciuto con amore quando erano bambini e che li amavano a loro volta – ma che, una volta diventati adulti, non sono riusciti ad affrancarsi dall’intolleranza che li circondava. L’hanno appresa in famiglia, a casa, a scuola – un lavaggio del cervello continuo, per anni e anni, che li ha portati a credere che fosse davvero così, che i neri fossero sul serio una razza inferiore, meritevole di essere schiavizzata.

Ma Eugenia è diversa. Ha frequentato l’università lontano, ha studiato, possiede un innato senso di giustizia che è riuscito a rimanere immune dagli esempi che la circondavano. E, ancora una volta, saranno le parole a rendere liberi. Un libro, per la precisione, ma scritto in un modo molto, molto speciale…

The Help è un romanzo che vi consiglio caldamente, perchè vi rimarrà nel cuore – così come i suoi personaggi: Eugenia, la straordinaria Aibileen, la sua amica Minny…avvicente e ben scritto, riesce anche a trasmettere tutto il profondo amore che Kathryn Stockett – ex ragazza del Sud – prova per la sua terra natale, nonostante tutte le sue incongruenze e difetti.

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Recensione di
MaddalenaErre
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7 commenti
  • Concordo. L’ho acquistato non sapendo che fosse diventato famoso per via del film (che non ho ancora visto), ma perchè nella mia lista dei libri che desideravo leggere, e per una decina di giorni mi sono ritrovata a vivere nel Mississipi di cinquant’anni fa. Poi, subito dopo, ho letto a mia figlia novenne “Calpurnia”, altro bestseller, e l’ho trovato per certi versi simili e con la stessa capacità di farti viaggiare nel tempo e nello spazio.
    Carol

  • …è vero, sembra quasi di essere lì! Spesso, durante la lettura, dovevo riscuotermi per rendermi conto che ero sul tram o in salotto e non lì, nel Mississippi degli anni Sessanta : )

  • Ero giusto in cerca di un nuovo libro da leggere e credo che questo sia il fortunato vincitore! Mi sa che me lo comprerò già domani!! :)

  • L’ho preso in lingua originale. A parte che trovo bellissimo il libro in sé, è interessante come viene reso il modo di parlare di Aibileen, con “a” al posto di “of”, “they’s” al posto di “theirs” :)

  • Ho appena finito di leggerlo. Avevi perfettamente ragione: l’ho divorato in pochi giorni nonostante lo scarso tempo libero… è un racconto che ti prende e ti coinvolge e non puoi lasciare il libro lì inerte sul comodino… sembra quasi che le pagine ti chiamino e ti invoglino a scoprire sempre un po’ di più…

Recensione di MaddalenaErre