Televisione – Carlo Freccero

In questo saggio, Freccero racconta l’evoluzione del piccolo schermo italiano: dalla TV pubblica a quella commerciale, dalla generalista alla tematica, incrociando il tutto con l’evoluzione della politica italiana (berlusconismo) ed eseguendo un confronto con la TV USA e quella europea.

Tutti quelli che giudicano la televisione come un medium meno nobile del libro, scopriranno qui di non essere differenti da coloro che accusavano la scrittura di ridurre la memoria dell’individuo.

Come sono legati telecomando e democrazia? Quest’ultima è sempre sinonimo di scelta oculata?

Interessante la tesi dell’autore secondo cui la sinistra italiana avrebbe perso voti perché la TV sarebbe un mezzo “di destra”.

Alla fine, Freccero tenta di fornire una risposta convincente alla domanda: è possibile creare programmi qualitativamente validi per un mezzo che ha privilegiato i gusti del pubblico invece che imporglieli?


carlo freccero

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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2 commenti
  • L’argomento è interessantissimo e coinvolge più in generale, io credo, tutti i mezzi di comunicazione di massa. Compresa, naturalmente, la rete. Personalmente mi piace credere che la strada della democrazia consapevole passi anche, e soprattutto, per quelle tecnologie che sono, anzitutto economicamente, alla portata di tutti. Purtroppo, però, so che non è così, almeno attualmente. Televisione e rete troppo spesso servono ai poteri forti per addormentare il senso critico e per orientare l’opinione pubblica dove ritiene che convenga. Mentre invece potrebbero stimolare le coscienze e contribuire alla crescita culturale (in senso lato) di milioni di persone.
    L’altra faccia della società di massa, che io mi ostino a considerare – in assoluto, in teoria – un fenomeno positivo, resta a tutt’oggi la massificazione. Non so se un’inversione di tendenza sia realisticamente possibile, ma mi sforzo di crederlo, e che proprio dalla rete, che potenzialmente garantisce più numerosi spazi di libertà, si possa ricominciare.

Recensione di Antonio Soncina