Sputerò sulle vostre tombe, un titolo che già vi anticipa il tono del libro. Lee è un ragazzo nuovo in città e lentamente si fa nuovi amici e si fa (nell’altro senso) nuove amiche. Pian, piano riesce ad accedere all’alta società bianca, così che i suoi sogni di vendetta possano realizzarsi.
Boris Vian scrive quest’opera in soli 15 giorni per sfida e il risultato è una breve, ma intensissima storia di un negro, ma bianco, che vuole vendicare la morte del fratello, attuando un diabolico piano, che sta a voi scoprire. Quando questi libro uscì, venne subito censurato, dati i suoi contenuti erotici e razziali e scorrendo tra le pagine, appare comprensibile che il pubblico dello scorso secolo non fosse pronto a niente del genere. Gli argomenti sono infatti relativamente moderni e il rosso dell’eros e del sangue, si incroceranno più di una volta. A me era stato presentato come un capolavoro assoluto, ma non riesco a dare le 5 stelle, perché, nonostante il libro mi sia piaciuto parecchio, la storia è brevissima e non ci sono particolari virtuosismi. È però un esperimento molto interessante, che consiglio agli amanti di storie asciutte, che non sussultano davanti a parole come “fica” o uomini che si accoppiano con bambine di 10 anni. Perché Sputerò sulle vostre tombe è questo, ma anche altro. E questo mix sicuramente non vi lascerà indifferenti, nel bene o nel male.
Cosa fare in libreria di fronte a questo libro? Prendetelo, tornate a casa, prendete un respirone e buttatelo giù tutto d’un sorso. E poi guardate l’effetto che fa.
Mi chiedo sempre se ci sia bisogno di essere così “ruvidi” in un libro. Se ce ne sia bisogno davvero per far arrivare la propria idea. Cosa ne pensi?
Non penso sia un bisogno, ma semplicemente uno stile. Inoltre certe cose succedono, indipendentemente dal fatto se vengono narrate o no, quindi tendo a preferire gli scrittori ruvidi. Però sono d’accordo che la ruvidità fine a se stessa, sia un po’ fuoriluogo.