Sportswriter – Richard Ford

A questo autore, consigliatomi stavolta dal blogger plus1gmt, avevo fatto riferimento nella recensione su “Le mille luci di New York“.

Se gli elementi da cui parte Ford sono molto simili a quelli del succitato romanzo, il giornalista sportivo Frank Bascombe ci porta attraverso un viaggio più ampio geograficamente e culturalmente, nonché più riflessivo.

Dopo un inizio promettente, il protagonista non è riuscito a scrivere un romanzo e ha ripiegato prima sull’insegnamento, poi le cronache sportive. Il perno attorno a cui ruota la narrazione è la mancanza di motivazioni – per proseguire la passione per la scrittura, tenere insieme un matrimonio, continuare una vita dopo la perdita di un figlio, intraprendere una nuova relazione sentimentale. L’esistenza di Frank si trascina senza particolare entusiasmo, analogamente alla sua ex moglie, un membro dell’informale “Club degli scapoli” di cui Frank sembra far parte, e uno sportivo reso paraplegico da un incidente.

L’autore ci fa viaggiare continuamente – in aereo, treno o auto – perché sembra che il miglior modo per sopravvivere sia il non stare mai fermi (come nel succitato romanzo di Jay McInerney ma senza lo sballo frenetico). Ford ci fa sedere accanto le manie statunitensi dell’ultimo mezzo secolo, tra cataloghi come divertissement e veggenti come psicoterapeuti. Il viaggio principale, comunque, è fornito dalle riflessioni del protagonista, di cui l’autore si serve per esprimere due logiche opposte: Frank, infatti, non rivela mai a voce alta i propri pensieri ma preferisce mentire, forse perché non è più motivato a essere sincero.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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