Sabato – Ian McEwan

Nonostante la mia ultima delusione con questo autore che ho amato moltissimo per alcuni suoi romanzi, ho deciso di dargli ancora una possibilità con Sabato.

Inizio subito con il dire che questo romanzo non ha totalmente ripulito McEwan dalla nomina di noioso che ormai gli avevo affibbiato da tempo ma almeno sono riuscita a leggerlo tutto fino alla fine senza saltare quasi nulla.

Il libro, esattamente come dice il titolo, racconta il sabato di un neurochirurgo e tutta la narrazione di 289 pagine si svolge all’interno di queste 24ore con qualche breve flash back dovuto alle reminescenze del protagonista.
Un protagonista della Londra bene con una bella e appassionata moglie, un figlio con velleità musicali, una figlia che vive all’estero (ma che tornerà proprio questo sabato per riunirsi alla famiglia), una bella macchina, amici, sport.

La giornata del dottore inizia con un fatto strano che accade nel cuore della notte: un aereo in fiamme sorvola il cielo di Londra poco lontano dalla sua finestra, ma questo episodio che un altro scrittore avrebbe potuto usare per creare tutta una nuova storia, viene lasciato cadere poche pagine dopo, quando Henry Perowne viene assorbito dalla sua quotidianità del sabato di riposo: doccia, colazione, giro in macchina, partita con l’amico.

Fino a quando un piccolo incidente piuttosto banale si rivelerà l’unica puntura di adrenalina dell’intero romanzo che ci porterà fino all’ultima pagina con un gran bel sospiro di sollievo ma non per le sorti del nostro protagonista e della sua famiglia ma per la conclusione del libro.

Personalmente, l’unico passaggio che ho trovato alla McEwan è stato il racconto di quando il medico ha conosciuto sua moglie e del modo in cui si sono corteggiati e alla fine amati. Il resto della narrazione è stata il più delle volte noiosa, ridondante, inutile.

Basta McEwan!

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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